Figlia di genitori entrambe napoletani il caffè nella mia famiglia è una vera e propria tradizione.
Agli Inglesi il fish and chips, agli Americani l’hamburger, agli Irlandesi la Guinness..insomma, toglietemi tutto ma non il caffè!
Basta un po’ di concentrazione e.. in una tazzina di caffé si racchiudono veri e propri mondi, un piacere sensoriale e un godimento intellettuale, un viaggio con memoria e fantasia.
Il primo senso che si attiva è senza dubbio l’olfatto. La prima ondata di aromi si sprigiona quando l’aroma di caffè si diffonde nell’aria: note fresche e leggere di fiori e frutti, dal gelsomino alla mandorla, dalla nocciola a cacao.
Una seconda ondata arriva invece dopo l’assaggio, quando si possono percepire aromi più decisi come burro e cannella, il pane appena sfornato, il cioccolato. È ciò che nel linguaggio quotidiano si chiama “sapore”.
E qui subentra il gusto. Il vero gusto di caffè lo si percepisce appieno senza l’aggiunta di zucchero, miele o dolcificanti: un espresso perfetto infatti possiede il perfetto equilibrio di note dolci, amare e acide.
E attraverso aroma e gusto è il “corpo” a rendere indistinguibile l’espresso attraverso il senso del tatto: quella tazzina di porcellana calda al punto giusto per contenere una vellutata cremosità e morbidezza.
Quando si sorseggia l’espresso perfetto si sprigionano vere e proprie note aromatiche, proprio come le note di un brano musicale e ogni miscela ha le sue..
Ma un espresso perfetto si riconosce al primo sguardo: la tazzina di porcellana bianca incornicia la crema, un morbido e sottile strato di color nocciola attraversato da leggere striature rossastre, non è troppo scuro e neppure troppo chiaro altrimenti significherebbe che il tempo di estrazione è stato troppo lungo o troppo breve, la macinazione troppo fine o troppo grossolana, temperatura e pressione troppo alte o troppo basse.
Ma bere caffè non è solo un esperienza sensoriale! Sembra che il caffè sia anche salute!
Ebbene si! Un macrostudio condotto su 6.500 persone ha dimostrato che tre caffè (espresso) al giorno (pari a un consumo di circa 261 milligrammi di caffeina) potrebbero proteggere dalla demenza.
Lo studio è stato pubblicato sulla rivista The Journals of Gerontology, Series A: Biological Sciences and Medical Sciences e ha coinvolto quasi 6.500 donne over-65.
La ricerca è stata diretta e supervisionata dalla prof.ssa Ira Driscoll, docente di psichiatria presso la University of Wisconsin, Milwaukee (USA). Lo studio condotto è unico nel suo genere per l’opportunità senza precedenti di analizzare a lungo termine il consumo di caffè e l’incidenza della demenza senile su un campione così ampio di individui.
Già precedenti lavori hanno dimostrato le svariate proprietà del caffè nel potenziare la memoria a lungo termine (vedi lo studio pubblicato su Nature Neuroscience nel 2014) e anche su molti altri aspetti della salute.
In questo lavoro è stato analizzato il consumo di caffeina (da caffè, tè, bibite come la cola) del campione in esame, la cui salute è stata monitorata per oltre 10 anni nel corso dei quali si è arrivati a quasi 390 nuove diagnosi di demenza.
Rielaborando i dati raccolti, i ricercatori hanno potuto affermare effetti terapeutici interessanti. Innanzitutto, rispetto a chi consuma non più di 64 milligrammi di caffeina al giorno (ovvero la quantità di un espresso il cui contenuto in caffeina varia da 47 a 75 mg oppure circa a metà di una caffettiera da due tazzine di moka), coloro che ne consumano 261 milligrammi al giorno (pari a circa 3 tazzine di espresso o a due tazzine di moka) presentano un rischio di ammalarsi di demenza o di deficit cognitivo ridotto del 36% (per gli amanti del tè, il contenuto di caffeina ritenuto protettivo, equivale a circa 5 tazze di tè nero, cioé 200 ml circa l’una).
Allora aveva ragione Giuseppe Verdi quando diceva che “il caffè è il balsamo del cuore e dello spirito”.. Che 3 tazzine di caffè al giorno siano!