A Venezia, ogni anno, il terzo fine settimana di luglio si celebra la Festa del Redentore. Dopo l’interruzione dello scorso anno dovuta alla Pandemia, quest’anno l’evento è stato regolato da ingenti misure di sicurezza e controllo del Green Pass. Prima che il governo lo rendesse obbligatorio per i grandi eventi, è stato necessario mostrare il lasciapassare sanitario per accedere ai punti nevralgici della città da dove ammirare lo spettacolo dei fuochi d’artificio.
L’origine della festa del Redentore
La Festa del Redentore è la festa più sentita dai veneziani ma richiama anche moltissimi turisti italiani e stranieri. È anche chiamata la Festa Famosissima e la sua origine risale al 1577 per celebrare la fine dell’epidemia di peste che aveva attanagliato la città lagunare per due anni. Coincidenze con la grave Pandemia di Covid che stiamo vivendo da circa un anno e mezzo. La storia ci ricorda che l’umanità ha sempre dovuto combattere gravi calamità ed è quindi una festa ancora più sentita da tutti in questo difficile periodo che stiamo vivendo.
La Chiesa del Redentore
Per scongiurare l’epidemia che stava falciando gran parte della popolazione veneziana, il Senato, nel 1576 aveva fatto voto di erigere una chiesa intitolata al Redentore se il Divino fosse venuto in aiuto della popolazione. Un anno dopo, a maggio, venne posta la prima pietra del progetto di Andrea Palladio sull’isola della Giudecca. Il 20 luglio successivo si festeggiò la fine della peste con una processione che dalle Zattere raggiunse la Giudecca con un ponte di barche. La tradizione continua ancora oggi con una passerella in legno.
I giorni della festa del Redentore
Il sabato del terzo fine settimana di luglio, all’imbrunire viene inaugurato il ponte di legno che collega le Zattere con la Giudecca.(Quest’anno l’apertura è stata anticipata al venerdì per evitare gli affollamenti).
Il rito
La popolazione si reca in processione a rendere omaggio ala Chiesa del Redentore. L’interno è un tripudio di effetti scenografici, la luminosità dell’ambiente, la luce e il bianco delle decorazioni rendono ancora più vivido il rituale che vi si svolge. Le persone in preghiera, accompagnate da volontari e dai padri Cappuccini, rettori della chiesa, scrivono su piccoli fogli ripiegati una richiesta, un desiderio, un ringraziamento che vengono raccolti in cestini ai piedi dell’altare. Intorno si intonano canti religiosi e si accendono candele votive.
I fuochi d’artificio del Redentore
La sera del sabato alle 23.30 tutti con il naso all’insù rapiti dal meraviglioso spettacolo pirotecnico che dura più di 30 minuti. Quest’anno le forme, i colori, i giochi di luci variopinte, sono stati veramente strabilianti e gli spettatori attoniti manifestavano la propria ammirazione ad ogni effetto pirotecnico che si innalzava nel cielo luminoso.
La regata della domenica
Il giorno successivo, la domenica pomeriggio, nel canale della Giudecca si svolge la regata dei Pupparin, imbarcazione tipica veneta, seconda per eleganza solo alla gondola.
Il consiglio è di seguire la regata da uno dei bar che si affacciano sul canale della Giudecca sorseggiando un ottimo Spritz!
La festa del Redentore si conclude la domenica alle ore 19 con la Santa Messa Votiva nel tempio palladiano e il conseguente smantellamento del ponte di legno.
Arrivederci al prossimo anno sperando di poter celebrare la fine della nostra pandemia contemporanea con fuochi d’artificio altrettanto emozionanti.
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