San Simplicio è il patrono della città di Olbia. I cittadini olbiesi sono molto devoti al loro santo e il 15 maggio si celebra ogni anno in suo onore una delle sagre più famose della Gallura. Simplicio, secondo i martirologi e la tradizione, si suppone sia stato il primo vescovo di Olbia, vissuto nel III sec. e morto martire nel 304 d.C., trafitto da una lancia durante le persecuzioni dell‘Imperatore Diocleziano.
Il martirio di San Simplicio
San Simplicio dovrebbe essere stato martirizzato nel luogo dove oggi sorge la basilica a lui dedicata. Una leggenda narra che i suoi assassini gettarono parte del corpo di Simplicio in mare presso l'isola di Tavolara prospiciente Olbia. Per lungo tempo i pescatori raccontavano di vedere le acque agitarsi forse per la presenza del santo! San Simplicio viene sempre rappresentato con mitra, piviale e bastone pastorale.
La Basilica di San Simplicio
L'edificio religioso dedicato a San Simplicio è una vera perla architettonica, incastonata come un gioiello tra i vicoli. Si erge monumentale, elegante e costruita interamente in granito.
La basilica attuale risale alla seconda metà dell‘XI sec. e fu eretta al posto di una chiesetta paleocristiana innalzata ra il 594 e il 611. Ancora prima, sullo stesso luogo sorgeva un tempio pagano. La facciata della chiesa è austera ma ingentilita dal ritmo delle due lesene e da una grande trifora che lascia passare la luce all'interno, ripartito in tre navate separate da arcate sorrette da pilastri e colonne di spoglio.
La navata centrale ha una copertura con capriate in legno mentre quelle laterali hanno la volta a botte in mattoni. Alcuni capitelli decorati con motivi antropomorfi sono molto interessanti e rispecchiano il mondo medievale caratterizzato da elementi fantastici. L'atmosfera è di grande intensità e nella sua essenzialità impermeata dal divino .
Le reliquie di San Simplicio
Nel presbiterio sotto l'altare è collocata la statua di San Simplicio a mezzo busto, una preziosa statua lignea del ‘600. Ai piedi di essa, in una teca, sono conservate le reliquie del santo. Sono state rinvenute nel 1614 durante alcuni scavi archeologici nella cripta e trasferite nella chiesa vicina di San Paolo che si trovava interna alla città e protetta dalle mura cittadine. Nel 2001, il vescovo di Olbia ne ha finalmente deciso la traslazione nella basilica con una fastosa processione.
La necropoli
Nel 2011, durante i lavori di riqualificazione della piazza antistante la basilica, sono venuti alla luce i resti di una vasta necropoli sotto la basilica stessa. Sappiamo che era costume per i primi cristiani cercare di trovare riposo dopo la morte presso i luoghi di sepoltura dei santi, ma questa necropoli presenta resti di sepoltura più antiche, risalenti all'epoca dei Fenici, dei Greci e dell'epoca romana repubblicana ed imperiale. Fino ad arrivare al periodo medievale e a quello dei Giudicati sardi. Un viaggio nei secoli che dura circa 1700 anni. Non fatevi impressionare dalla scarsità di indicazioni per l'accesso alla necropoli: guardando la basilica, a sinistra, un cancello e delle scale ci conducono all'entrata di un parcheggio che funge anche da biglietteria per l'accesso alla necropoli!
La storia
I Fenici, dopo la conquista di Olbia nel 750 a.C., crearono in questo luogo che si ergeva all'epoca su una collinetta al di fuori dell'abitato, in posizione privilegiata, un luogo di culto importante. La veridicità della costruzione nel periodo fenicio è comprovata dal ritrovamento di ceramiche e frammenti della fase fenicia.
La successiva dominazione dei Greci di Focea dal 620 a. C. per circa un secolo è testimoniata dal ritrovamento di due pozzi ed anfore greche.
La successiva dominazione cartaginese, dal 510 a. C. non è evidenzata da ritovamenti archeologici ma si suppone che continuasse ad esistere il luogo di culto perchè con la successiva conquista romana nel 238 a.C., Olbia è soggetta ad una grande esplosione demografica e la necropoli si allarga fino al piazzale antistante l'attuale basilica.
Roma repubblicana ed imperiale
Nella fase repubblicana sappiamo che il tempio è dedicato a Demetra-Cerere, la dea della vita e in questo caso della vita oltre la morte. Le sepolture intorno al santuario sono molto numerose e si tratta di tombe “a fossa”, ossia trattasi di fosse scavate nella roccia.
Durante gli imperatori della Dinastia Flavia, ossia Vespasiano, Tito e Domiziano, si monumentalizza l'ingresso al santuario tramite una rampa monumentale e si trovano le tombe cosiddette “a cappuccina”.
Dopo la riforma dell'Imperatore Costantino, e per tutto l'Alto medioevo, al culto di Cerere si sostituisce il culto di San Simplicio. In questa fase storica, Olbia attraversa un periodo di grande crisi e anche il sito ne risente. Le tombe sono poche e povere di materiali.
Il Medioevo
Nell'epoca dei Giudicati sardi (900-1323), Olbia esce dal periodo di crisi e una parte del luogo di culto viene trasformata in una fornace per la calce che con molte probabillità fu utilizzata per la costruzione dell'attuale basilica.
Patrimonio culturale
Non è un luogo di facile comprensione la necropoli. La sua stratificazione complessa riflette la storia stessa della città di Olbia. È un sito misterioso e testimone della ricchezza del nostro inesauribile patimonio culturale che non finisce mai di stupirci con ritrovamenti inaspettati e magici.
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