In un tranquillo mercoledì come tanti, all'ora di cena, alle 20 – 00 per la precisione, gli italiani hanno appreso dai telegiornali quanto segue, “le unioni civili diventano legge, i matrimoni omosessuali sono tutelati dalla costituzione ed avranno gli stessi diritti e doveri delle coppie etero”.
La Fontana di Trevi viene illuminata dai colori della bandiera arcobaleno, adesso le famiglie sono di fatto , anche quelle omosessuali, il sogno coronato di milioni di coppie che, ora possono vedere tutelati i loro diritti civili, quindi anche a livello economico con la pensione di reversibilità del coniuge.
28 Anni fa il testo di questa legge venne depositato e finì nel dimenticatoio, i tempi non erano maturi, le coscienze non erano pronte, ma desso tutto cambia; la Chiesa cattolica ci tiene precisare che le unioni non sono matrimoni, e non debbono essere equiparati in alcun modo ad esso.
La Cirinnà introduce per le persone omosessuali unite civilmente l'obbligo reciproco di assistenza morale e materiale e quello di contribuire ai bisogni comuni, sopra citato il parere della Chiesa, alcuna analogia con matrimonio, infatti le unioni civili si differenziano dalle unioni “convenzionali” sulla fedeltà , infatti le unioni gay non prevedono l'obbligo da parte dei coniugi di essere fedeli nel rapporto.
Molti sostengono l'abominio di tale passo legale, se due persone si amano, e sono atte a stringere legame giuridico , non possono essere certamente interessate a priori a tradire e quindi vivere vite parallele extra coniugali.
All'interno delle coppie gay non si può parlare ne di comunque ne tanto meno di marito e moglie, La Cirinnà regola poi anche diritti e doveri dei «conviventi di fatto» etero o gay uniti «stabilmente da legami affettivi di coppia», gli stessi diritti però vengono riconosciuti alle coppie gay in caso di ricovero del coniuge.
“Fin che morti non ci separi” ? Non proprio, anche le coppie gay possono “scoppiare” e quindi ricorrere allo scioglimento, che comunque in base alla legge è molto più snello e veloce del divorzio canonico.
Diritti legali, giuridici riconosciuti non v'è dubbio, nonostante al di la degli schieramenti politici, c'è chi sostiene che questa legge, mesa cosi, sia un “minestrone” per accontentare da un lato le coppie gay e non scontentare gli avversi, niente fedeltà , non si parla di matrimonio, alcuna denominazione coniugale trai soggetti, insomma un “pastrocchietto” buttato la' per molti, ma intanto la legge esiste ed è viva vegeta.
I sindaci non potranno essere costretti a celebrare le unioni gay, se si appellano all'obiezione di coscienza, insomma se un sindaco si rifiuta a mò di Don Rodrigo “questo matrimonio non sa da fare”, pardon ai giorni nostri i Renzo e Lucia di turno potrebbero sentirsi dire “questa unione non sa da fare”.