Era il marzo del 1917 e Pablo Picasso aveva 36 anni quando, oltrepassata Roma, decise di mettere piede a Napoli; un viaggio che segnò l’abbandono della fase cubista e la riscoperta della fase neoclassica.
Per le folkloristiche vie di Napoli il genio catalano si aggirava in compagnia dell’impresario dei celebri balletti russi Sergej Diaghiliev, del coreografo Léonide Massine e del poeta Jean Cocteau per ideare scene e costumi del balletto Parade su musiche di Erik Satie andato poi in scena il 18 maggio 1917 a Parigi al Théâtre du Chatelet.
Ad aprile dello stesso anno, ma questa volta con una compagnia allargata al compositore Igor Stravinskij e al direttore d’orchestra Ernest Ansermet, visitano Pompei ed Ercolano e seppur folgorati dall’archeologia di quei luoghi, tra bettole, bordelli e rigattieri partenopei il compositore russo e l’artista catalano conoscono l’arresto perché scoperti a urinare all’interno della Galleria Umberto I, nei pressi del San Carlo che proprio in quei giorni celebrava l’insuccesso del balletto “Le donne di buonumore” con le coreografie di Massine.
L’Anfiteatro di Pompei esalta l’immaginario creativo di Picasso e forse sogna di veder rappresentati lì i balletti sui quali sta lavorando per le scene e per i costumi.
Quest’opera della più raffinata architettura romana risale all’80 a.c., e fu teatro di sanguinose battaglie tra gladiatori e ha una capienza di 20.000 spettatori.
Si accedeva all’arena attraverso una galleria, la cripta è collegata a quattro ingressi. A differenza degli altri anfiteatri romani quello pompeiano non ha sotterranei, nella parte superiore sono visibili dei fori utilizzati per sostenere la copertura dell’arena in modo da proteggere gli spettatori sia dal sole troppo caldo che dalla pioggia.
I Pink Floyd nel 1971 suonarono proprio in questo luogo senza tempo. Registrarono il loro Live at Pompei, un concerto senza pubblico, quasi a voler omaggiare le anime dei guerrieri caduti in battaglia. Una delle pagine più emozionanti della storia del Rock.
Pablo Picasso ammira la Casa del Fauno che si trova poco lontano dal Foro, in via della Fortuna. 3000 metri quadrati costituiti da una antica e maestosa villa romana che è anche una delle più antiche del sito archeologico.
Il consolatorio Picasso si innamora della prima ballerina Olga Khokhlova che diventerà sua moglie nel 1918 e ancora Napoli con la sua commedia dell’arte che segna le tracce creative di quel “Pulcinella” che avrà il suo esordio all’Opéra National de Paris il 15 maggio 1920 con costumi di Picasso stesso e musiche di Stravinskij che provvide ad un sapiente recupero di musiche italiane del settecento per farne un lavoro pienamente novecentesco.
Un intero mondo di geni dell’arte immortalati da Picasso a Napoli nel sipario del balletto Parade esposto al Museo di Capodimonte fino a luglio di quest’anno a celebrare i cent’anni di quel fantastico viaggio.
E se ciò non bastasse ancora i balletti stessi “Parade” e “Pulcinella” di nuovo in scena, sempre a luglio, al Teatro Grande degli scavi di Pompei nella produzione del Teatro dell’Opera di Roma.