D’ora in poi non si dovrebbe andare ad Abano solo per le proprietà terapeutiche delle sue terme o per l’eccellenza della sua fangoterapia. C’è anche un museo da visitare. All’interno della cinquecentesca Villa Bassi Ratgheb. Due guerrieri allora come oggi accolgono il visitatore: uno è Marte l’altro è Bellona. Gli assicurano la massima protezione qualsiasi cosa accada. Un museo che sta cercando di crearsi uno spazio proprio all’interno del turismo d’arte. Fra i colossi consolidati nazionali che possono vantare nelle loro collezioni autori che si presentano da soli: da Beato Angelico a Botticelli. Da Raffaello a Michelangelo. E per questo motivo vivono di rendita, e che rendita, declassando però il museo a puro e semplice bigliettificio.
Un nuovo percorso
Villa Bassi sta cercando di seguire percorsi diversi. Da un lato privilegiare nomi conosciuti dagli amanti dell’arte come nella mostra archiviata anzitempo causa Covid, “Da Magnasco a Fontana”. Anche se impaginata con una certa originalità da Virginia Baradel facendo coesistere la sezione Ritratto, con la nera espansione della capigliatura ne La signora del crisantemo di Lorenzo Viani e la ruvida sintesi geometrizzante nella Figura di Campigli. Con quella della Natura morta dove la “sontuosità mimetica e l’energia cromatica” di Guttuso si collocano alla dovuta distanza delle rigorose perfette atemporali bottiglie di Morandi che protette da una ragnatela segnica, sfidano il contingente.
I ‘m a Hero
Dall’altro abbandonare la rendita di posizione prima accennata, appellandosi, chiamando in causa il territorio. Alla scoperta dei talenti nascosti che vi si possono annidare. Prima lanciando il contest virtuale “I’ m a Hero” che ha registrato sui social la presenza di 400 proposte. Poi passando per una seria selezione, con una giuria di giornalisti appartenenti a prestigiose testate: il Corriere della Sera, Repubblica, Il Piccolo, il Gazzettino, il Touring, il Sole 24, TG24, per citarne alcune, ridotte a 100. Offrendo ai prescelti di partecipare alla mostra di Villa Bassi “Arte eroica. Miti della ritrovata libertà”. Ideata dall’assessore alla cultura di Abano, Cristina Pollazzi e da Artemide PR di Stefania Bertelli. Curata da Federico Martinelli e da Marilena Spataro.
Barbieri e Fogliato
Non potendo citare tutti gli artisti, accenno al logo della mostra. La potente trasbordante insinuante figurazione, al limite dell’iperrealismo, della Circe di Grazia Barbieri. I lirici scatti in bianco e nero di Chiara Fogliato. Nel primo, due anziani seduti sopra una specie di scranno in legno sono immersi nella lettura. Sono segnati, se non devastati, dal tempo. Ma non importa. Ciò che stanno leggendo, li estranea da tutto. Come se vivessero in un’altra vita. Nel secondo, Pianura padana, un contadino in campo lungo, immerso in un paesaggio che lo sovrasta, sta abbandonando il terreno con una vanga sulla spalla. Testimonianza del suo faticare anche durante il lockdown.
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