Domanda apparentemente ovvia, ma che ovvia non lo è affatto. Tutti pensano di sapere cosa sono gli animali, ma la stragrande maggioranza delle persone che popolano il pianeta Terra hanno un’idea piuttosto ristretta del regno animale. Per molti, gli “animali” sono solo cani, gatti, conigli, cavalli, pappagalli e ogni altra creatura che possa trovarsi in una casa, in una fattoria o che abbia un qualche ruolo morale o economico nella vita di noi esseri umani. Tutto ciò è probabilmente dovuto all’antropocentrismo che da sempre caratterizza la specie Homo (non) sapiens, o magari anche al fatto che cani e gatti sono creature non così diverse da noi. Cagnolini e gattini ispirano tenerezza, si sono più o meno adattati al contesto domestico, sono diventati nostri fedeli compagni di vita. Allietano le nostre giornate, per noi è diventato relativamente facile rapportarci con loro e capire i loro bisogni. Massimo rispetto, quindi, per i nostri amici a quattro zampe. Ci aiutano a mantenere un contatto con un mondo ormai perduto, un mondo trasparente e fatto di cose semplici, governato dalle leggi della natura. Un mondo al quale noi appartenevamo e apparteniamo tuttora, anche se tendiamo a dimenticarcene o a far finta di nulla. Questa simpatica invasione di cani, gatti e compagnia, però, contemporaneamente ha anche convinto molti esponenti odierni della specie umana che il mondo animale sia tutto qui. O che, in alternativa, esistano animali di serie A e altri di serie B. Le conseguenze di questa linea di pensiero sono sotto gli occhi di tutti: totale noncuranza o indifferenza per un pianeta che chiede aiuto a gran voce. È giunto quindi il momento di curare questa “sordità” e cominciare a renderci conto che il regno animale va ben oltre il cane o il gatto di casa. La domanda “che cosa sono gli animali” diventa perciò più che mai attuale!
Permettetemi di rispondere con un tono scientifico, ma è praticamente inevitabile. Gli animali (Animalia) rappresentano uno dei cinque regni in cui gli scienziati suddividono i viventi provvisti di un nucleo cellulare. Gli animali crescono e si riproducono secondo le incredibili e meravigliose leggi della natura, e a differenza delle piante non sono in grado di autosostentarsi partendo da sostanze inorganiche e fonti di energia esterne. Solo le piante possono dar vita a quel fondamentale processo chiamato sintesi clorofilliana, alla base della vita sulla Terra, atto a produrre zuccheri utilizzando acqua, anidride carbonica e luce solare. Gli animali non sono in grado di eseguire questo compitino, per cui hanno da sempre dovuto affidarsi alle piante per sopravvivere. C’è chi ricava le sostanze di cui ha bisogno direttamente dal regno vegetale, come le specie erbivore, e c’è chi ricava queste sostanze nutrendosi di altri animali, come i carnivori. C’è anche chi sta a metà strada, nutrendosi di tutto ciò che gli capita a tiro. In ogni caso, il nocciolo della questione è sempre lo stesso: mangiare per tirare avanti la carretta e adempiere alla tacita (e spesso inconscia) missione di riprodursi e trasmettere i propri geni alla generazione successiva. Ma veniamo al sodo: gli scienziati si sono divertiti a suddividere gli animali in tantissimi raggruppamenti sistematici di ogni ordine e grado per trovare un po’ di ordine in questo puzzle della vita. I raggruppamenti più ampi, di ordine gerarchico più alto, sono detti phylum. Ebbene, tenetevi forte perché è in arrivo la prima sorpresa. Attualmente sono note quasi due milioni di specie animali conosciute, e la stragrande maggioranza di essi appartiene all’enorme phylum degli artropodi (Arthropoda).
Gli artropodi sono animali che non hanno mai goduto di un grande successo: millepiedi, centopiedi, ragni, scorpioni, crostacei e soprattutto insetti. Vorrei soffermarmi un attimo proprio sugli insetti: con oltre un milione di specie conosciute (avete letto bene!), essi rappresentano la quasi totalità degli artropodi e i cinque sesti di tutte le specie animali conosciute! Insomma, anche se quasi nessuno lo sa, gli insetti sono i veri e incontrastati dominatori della Terra. Formiche, api, vespe, mosche, zanzare, blatte, scarabei, libellule, cavallette, grilli, farfalle…e chi più ne ha più ne metta. Non importa quanto fingiamo di non vederli, o quanto li combattiamo. Sono piccoli, ma la loro forza è il numero. Sono adattabili, resistenti, infestanti, inestinguibili. E hanno un ruolo ecologico cruciale nell’economia del pianeta. Come si fa a ignorarli? È proprio per questo motivo che chi pensa agli animali come a un pugno di “pelosetti” domestici dovrebbe rivedere le proprie conoscenze. Prendete la maggior parte di sedicenti “amanti degli animali” e metteteli davanti a una blatta. C’è chi si adopera in un grido più o meno articolato, o chi semplicemente aggrotta la fronte assumendo un’espressione disgustata. Beninteso, non dovete a tutti i costi andarvene in giro ad accarezzare e sbaciucchiare ogni insetto che vi capita a tiro. Liberissimi di provare una spontanea antipatia per la mosca che sta annegando nella vostra minestra, o per quelle irriducibili zanzare che rovinano le vostre serate estive. Ma ci vuole un minimo di consapevolezza che gli animali sono anche e soprattutto questi. E di conseguenza, verrà il rispetto anche per loro.
A questo punto vi starete sicuramente chiedendo dove siamo noi esseri umani in questa grande classificazione degli animali. Ebbene i mammiferi, classe a cui appartiene la specie umana, è inclusa nel phylum dei cordati (Chordata). Mammiferi sono anche molti dei nostri animali domestici o da fattoria: cani, gatti, cavalli, asini, conigli, criceti, capre, pecore e maiali. Sarà per questo che li “sentiamo” così vicini? Allo stesso phylum appartengono anche tutti gli altri vertebrati: pesci, anfibi, rettili e uccelli. Animali che sembrano molto diversi da noi, ma che in realtà posseggono svariate caratteristiche (soprattutto anatomiche) in comune con noi e fra di loro. Forse ad alcuni l’idea non piacerà, altri saranno un poco sorpresi, ma è l’ora di affrontare e accettare l’ineluttabile fato: apparteniamo allo stesso phylum di ranocchie, scorfani, trote, lucertole, serpenti, galline, struzzi e tutti gli altri mammiferi, un raggruppamento che conta in totale circa 50.000 specie conosciute. Un numero piuttosto misero se si pensa alla spropositata quantità di specie di insetti. Di conseguenza, una buona parte delle creature più “vistose”, quelle che pensiamo o vediamo nella vita di tutti i giorni, fanno parte di questa metaforica punta di iceberg del regno animale.
Vale la pena menzionare anche altri phylum piuttosto importanti. Che dire dei molluschi? È un raggruppamento molto ampio e differenziato, che conta specie assai diversificate fra loro. Alcune terrestri, come chiocciole e limacce, molte altre marine come lumache di vario tipo ma anche cozze, vongole, ostriche e i celebri cefalopodi che spesso finiscono sulle nostre tavole. Non commettete l’errore di sottovalutare polpi, seppie e calamari! Sono esseri affascinanti, campioni di mimetismo e dotati di un intelletto non indifferente. Un altro phylum piuttosto conosciuto è quello degli echinodermi, che annovera al suo interno ricci e stelle di mare. E alcune delle creature marine più note, come coralli (importantissimi per l’ecosistema!), anemoni di mare e meduse, appartengono a quello degli cnidari. Ci sarebbero molti altri raggruppamenti da elencare, ma non voglio assolutamente annoiarvi. Il nocciolo della questione vi sarà ormai chiaro: gli animali sono tantissimi, la maggior parte di essi resta sconosciuta ai più e passa inosservata, ma sono tutti importanti. Eh già, perché ogni specie ha un ruolo ben definito in natura e può essere considerata come la tessera di un enorme mosaico. Un mosaico che, col passare delle ere, è stato progettato per funzionare alla perfezione grazie a tutti questi tasselli. Solo l’essere umano è riuscito nella titanica impresa di alterare l’equilibrio di questo immenso disegno. Ci siamo divertiti a classificare gli animali in buoni e cattivi, in belli e brutti, in simpatici e antipatici. E ci siamo poi arrogati il diritto di togliere di mezzo quelle specie che per qualche motivo non ci andavano a genio. Tuttora, migliaia di specie sono gravemente minacciate di estinzione nell’indifferenza più totale. Che senso ha bollare le varie specie animali in base a canoni stabiliti solo da noi e dai nostri (dubbi) gusti? Dopotutto non c’è nulla di cui stupirsi, visto che i concetti fittizi e artificiosi di “bellezza” e di “bruttezza”, inventati da noi, governano tristemente anche la società umana con nefaste conseguenze. È ora di convincerci definitivamente che tutti gli animali sono meravigliosi, che ognuno di essi è un irripetibile esempio di come la vita si è adattata agli habitat più vari e diversificati. Ogni specie animale è un vero e proprio miracolo di strategie evolutive, un concentrato di storia millenaria di selezione naturale. Molte di esse hanno capacità e caratteristiche che noi possiamo solo immaginare e ammirare estasiati. E, tanto per scansare ogni equivoco, noi abbiamo bisogno di loro molto più di quanto loro avranno mai bisogno di noi. Dall’alto della nostra presunta superiorità intellettuale, allora, abbiamo la precisa responsabilità di tutelare e proteggere le altre specie animali, nostri compagni di viaggio su questo splendido pianeta. E per farlo, il primo passo è avvicinarsi a loro con curiosità e rispetto, cercare di conoscerli meglio dimenticando tutti gli sciocchi e insensati pregiudizi che la fervida immaginazione umana ha partorito col passare dei secoli. Eccovi alcuni esempi: lupi e serpenti bollati come animali malvagi, squali visti come mostri assassini, pipistrelli che si attaccano ai capelli, ragni trattati come alieni, rospi visti come emblema della bruttezza, gufi e civette che portano sfortuna. Animali creduti messaggeri di morte o connessi con streghe e spiriti maligni solo perché dalle abitudini notturne. Al giorno d’oggi questo elenco di superstizioni suscita ilarità, ma in passato troppe di queste creature hanno dovuto soffrire a causa di queste scemenze. C’è ancora adesso chi ci crede. E non finisce qui: ultimamente va di moda anche suddividere gli animali in “utili” e “dannosi” a seconda che gonfino o meno il portafogli dell’uomo. In una società dove è il soldo a venire adorato come un dio, c’era da aspettarselo. Tutto ruota intorno al denaro, e molte delle persone che amano spacciarsi per amanti degli animali e della natura sono pronte a rinnegare i propri valori e i propri principi per una mazzetta in più. Se una specie animale, in qualche modo, contribuisce inconsciamente al reddito di qualche coltura o allevamento, o se questa specie comporta un qualche divertimento per l’uomo, allora si tratta di un animale “buono” da difendere e tutelare, addirittura da importare in tutto il mondo (con conseguenti danni derivanti dall’introduzione di specie alloctone). Se qualche altra specie osa inconsapevolmente danneggiare l’economia umana, apriti cielo. L’obiettivo a quel punto è cancellarla dalla faccia della Terra, renderla possibilmente inoffensiva riducendone massicciamente il numero. Ancora oggi il povero lupo viene perseguitato perché, da buon predatore opportunista, ogni tanto si permette di prelevare qualche capo di bestiame che noi gli serviamo su un piatto d’argento. Dobbiamo tenere tutti a mente che non esistono animali “cattivi”, perché nessuno di loro uccide per il piacere di farlo o compie consapevolmente azioni moralmente sbagliate (secondo la morale…umana, beninteso). O meglio, uno c’è: siamo noi, e solo noi. Per cui, liberiamoci di questi fantasmi vecchi e nuovi, e cominciamo ad amare tutti gli animali. Ma proprio tutti! E chi ama definirsi un amante degli animali e della natura sia coerente, e allarghi le sue vedute e tenga presente che il discorso va ben oltre quelle poche specie con cui entriamo in contatto quotidianamente. Impossibile restare indifferenti a questo mondo, si tratta di combattere quel temibile nemico chiamato “ignoranza”.
Per farlo vengono in nostro aiuto proprio i nostri amici di casa, che possono essere la nostra “finestra” su questo mondo perduto e dimenticato. Cani, gatti, cavalli e asini, col loro cuore puro e la loro straordinaria capacità di comunicare in maniera genuina e diretta, possono davvero farci capire chi eravamo, chi dovremmo essere. Possono prenderci per mano e portarci a fare viaggi meravigliosi. Perché noi facciamo parte della natura! Negli ultimi tempi ci siamo chiusi nelle nostre città, nel grigiore dell’asfalto e dello smog, abbiamo riempito la nostra mente di tecnologia e di ingranaggi. Abbiamo disimparato a meravigliarci per le cose semplici, non sappiamo più guardare. Sopraffatti da cellulari di ultima generazione, tablet e social network, siamo diventati ciechi. Eppure basta davvero poco per essere felici. Dentro di noi coviamo questo bisogno e questo desiderio di natura, di riprendere contatto con tutte le altre creature. Forse è proprio per questo motivo che oggi quasi tutti sentono il desiderio di avere un cane, molte persone ne hanno più di uno, e molti provano un attaccamento quasi esagerato (ma comprensibile) per il loro pelosetto. Poiché ci siamo auto-privati del contatto indispensabile con natura e animali, per molte persone (non per tutte, fortunatamente) i “domestici” sono forse l’ultimo legame col mondo naturale. Un’ancora di salvezza per non sprofondare del tutto nel torpore tecnologico che sta annebbiando le nostre esistenze.
È arrivata l’ora di riprenderci ciò che è nostro. Riappropriamoci della natura! Non ci vuole molto. Basta riscoprire il piacere di camminare in un bosco, ascoltare il ronzio degli insetti o il cinguettio degli uccelli. Assaporare l’odore di resina, o ammirare la luce del sole che filtra dalle chiome degli alberi inondando il sottobosco di raggi dorati. Avvicinandoci al mondo naturale si ha la sensazione di un universo a parte, fatto di tantissime creature brulicanti e affaccendate, grandi e piccole. Con un po’ di spirito di osservazione, e senza fare rumore, si può entrare in punta di piedi dentro questo mondo. Un’impronta, una traccia, un nido, una piuma, una tana. Con amore e passione, non è difficile diventare dei veri e propri investigatori. Oppure, ci si può mettere una semplice maschera corredata di boccaglio e fare snorkeling, alla scoperta dei fondali. Pochi centimetri d’acqua possono celare un altro mondo meraviglioso, ovattato, fatto di silenzio, pesci che danzano, creature dalle forme e dai colori incredibili. Solo chi ci è dentro può capire, e il consiglio che sento di voler dare a tutti voi è quello di non perdervi queste meraviglie. Sarebbe delittuoso svegliarsi tardi, aprire gli occhi e accorgersi di aver passato gran parte della propria vita ignorando la vera grande bellezza. Liberate il vostro cuore dalla polvere e lasciate che batta anche solo per un fugace incontro con una volpe, o per l’avvistamento di un barbagianni che vola silenzioso al chiaro di luna. Emozionatevi per le cose piccole ma importanti e per tutti gli animali che esistono intorno a noi. Sono dappertutto: pensateci la prossima volta che calpestate dell’erba! Gli animali, tutti gli animali, sono i nostri compagni di viaggio, e la Terra appartiene a noi come a loro. Non siamo noi i padroni, dobbiamo rinunciare alle nostre smanie di dominio: condividere questo pianeta responsabilmente con ogni creatura, dalla formica all’elefante, è la chiave per l’armonia e la felicità di tutti.
Bellissimo articolo!! Condivido in pieno!!!
Grazie per queste informazioni e per le importanti riflessioni . Condivido e cerco di agire, voglio agire. Buon proseguimento