Il videoclip di Mille è il celebre brano tormentone dell'estate 2021 cantato da Orietta Berti, Fedez e Achille Lauro. La canzone ha visto di recente l'intervento dell'Antitrust per una presunta pubblicità occulta al marchio Coca-Cola. Non ci si riferisce, precisamente, alla menzione della nota bevanda all'interno del brano, bensì al video stesso della canzone. È stata dunque aperta una pratica, la numero DS2926, sul video della canzone. Lo ha annunciato il Codacons, che spiega: “Al centro della vicenda non c'è il testo del brano musicale che, pur rimandando più volte alla nota bevanda, rientra nella libertà di espressione artistica e non è mai stato contestato, ma il videoclip della canzone che non avrebbe rispettato le disposizioni dell'Antitrust secondo cui gli spettatori devono essere adeguatamente informati anche nei video musicali circa l'inserimento di marchi a scopo commerciale”.
Fedez e la questione “Coca Cola”
Bisogna tuttavia precisare che l'avviso circa l'inserimento di marchi a scopo commerciali, come quello della Coca-Cola in questo caso, è correttamente inserito nella pgina ufficiale di Mille pubblicata su Youtube, ma ciò non basterebbe dopotutto. Il Codacons precisa al riguardo: “Sembra del tutto insufficiente, dal momento che l'Antitrust in tema di video musicali ha disposto che debba essere reso palese l'inserimento di prodotti a fini commerciali, prevedendo segnali in sovrimpressione che avvisino circa la presenza di marchi a scopo promozionale”.
Aperta un'apposita pratica sul caso
Il Codacons spiega: “Oggi si apprende che l'Antitrust avrebbe puntato il proprio faro sul videoclip di Fedez (feat. Achille Lauro e Orietta Berti) aprendo una apposta pratica volta ad accertare la violazione delle disposizioni in materia di pubblicità occulta. In tal senso l'Autorità avrebbe inviato delle precise richieste di informazioni ai soggetti interessati, che ora dovranno rispondere delle accuse mosse dalla Autorità”. L'associazione rende noto che nel caso in cui la violazione sia confermata “i responsabili rischiano una sanzione fino a 5 milioni di euro”.