Fino al 6 Marzo è in scena al Teatro de’ Servi “GREGORY: UNA STORIA DI FAMIGLIA”, una commedia umana che tratteggia con toni leggeri e senza pietismo una sindrome difficile vissuta in famiglia, scritta da Veronica Liberale e diretta da Nicola Pistoia.
Sulla scena, senza orpelli inutili e scenografie che deconcentrano lo spettatore, recitano magistralmente: Armando Puccio (Maurizio), Stefania Polentini (Luciana), Veronica Liberale (Fiorella), Francesco Stella (Adriano), Francesca Pausilli (Tamara) e Francesco De Rosa (Gregory) che esegue anche intermezzi musicali non ingombrati e davvero efficaci. .
L’azione si svolge a Roma nel 1999 e narra le vicende della famiglia Puracchio la cui vita viene felicemente sconvolta dall’arrivo di un bambino: la fidanzata di Adriano, figlio di Maurizio, proprietario di una ferramenta, è incinta.
Il lieto evento viene accolto con entusiasmo da tutti i suoi componenti, compresa nonna Luciana e zia Fiorella. Nella vecchia casa familiare, all’interno di un quartiere popolare, che è un po’ come un paese, l’intera famiglia trascorre la propria vita fatta di tensioni sopite, sogni accantonati, paure nascoste, in nome di un’ esistenza normale e dignitosa.
Il piccolo Francesco, figlio di Adriano e Tamara, nato all’inizio del nuovo secolo, viene salutato come il bambino del futuro, colui al quale ciascun membro della famiglia cercherà di trasmettere qualcosa: Nonno Maurizio la sua ferramenta, Papà Adriano la sua passione per il calcio, zia Fiorella la sua visione del modo, Nonna Luciana i suoi ricordi di gioventù (legati a un vecchio poster di Gregory Peck che viene citato durante lo spettacolo) e soprattutto i sogni più belli di mamma Tamara.
Le aspettative sembrano infrangersi con la scoperta graduale che il nuovo arrivato sembra comportarsi in modo strano, quasi incomprensibile e poi con la consapevolezza della sua diversità.
Di fronte a un evento così destabilizzante il castello di carte costruito dalla famiglia negli anni è costretto a cadere, ciascuno è chiamata a mettersi in discussione, a morire dentro per poi rinascere più forte e migliore di prima.
“Gregory: storia di una famiglia” è uno spettacolo che, sullo sfondo di una società che sta cambiando il suo modo di comunicare, con l’avvento di internet e dei social, ci accompagna con toni leggeri, rifuggendo da qualsiasi forma di pietismo, nelle fasi della scoperta di un figlio diverso, autistico con le sue caratteristiche e il suo modo tutto speciale di relazionarsi.
Fino al 6 Marzo è in scena al Teatro de’ Servi “GREGORY: UNA STORIA DI FAMIGLIA”, una commedia umana che tratteggia con toni leggeri e senza pietismo una sindrome difficile vissuta in famiglia, scritta da Veronica Liberale e diretta da Nicola Pistoia.
Sulla scena, senza orpelli inutili e scenografie che deconcentrano lo spettatore, recitano magistralmente: Armando Puccio (Maurizio), Stefania Polentini (Luciana), Veronica Liberale (Fiorella), Francesco Stella (Adriano), Francesca Pausilli (Tamara) e Francesco De Rosa (Gregory) che esegue anche intermezzi musicali non ingombrati e davvero efficaci. .
L’azione si svolge a Roma nel 1999 e narra le vicende della famiglia Puracchio la cui vita viene felicemente sconvolta dall’arrivo di un bambino: la fidanzata di Adriano, figlio di Maurizio, proprietario di una ferramenta, è incinta.
Il lieto evento viene accolto con entusiasmo da tutti i suoi componenti, compresa nonna Luciana e zia Fiorella. Nella vecchia casa familiare, all’interno di un quartiere popolare, che è un po’ come un paese, l’intera famiglia trascorre la propria vita fatta di tensioni sopite, sogni accantonati, paure nascoste, in nome di un’ esistenza normale e dignitosa.
Il piccolo Francesco, figlio di Adriano e Tamara, nato all’inizio del nuovo secolo, viene salutato come il bambino del futuro, colui al quale ciascun membro della famiglia cercherà di trasmettere qualcosa: Nonno Maurizio la sua ferramenta, Papà Adriano la sua passione per il calcio, zia Fiorella la sua visione del modo, Nonna Luciana i suoi ricordi di gioventù (legati a un vecchio poster di Gregory Peck che viene citato durante lo spettacolo) e soprattutto i sogni più belli di mamma Tamara.
Le aspettative sembrano infrangersi con la scoperta graduale che il nuovo arrivato sembra comportarsi in modo strano, quasi incomprensibile e poi con la consapevolezza della sua diversità.
Di fronte a un evento così destabilizzante il castello di carte costruito dalla famiglia negli anni è costretto a cadere, ciascuno è chiamata a mettersi in discussione, a morire dentro per poi rinascere più forte e migliore di prima.
“Gregory: storia di una famiglia” è uno spettacolo che, sullo sfondo di una società che sta cambiando il suo modo di comunicare, con l’avvento di internet e dei social, ci accompagna con toni leggeri, rifuggendo da qualsiasi forma di pietismo, nelle fasi della scoperta di un figlio diverso, autistico con le sue caratteristiche e il suo modo tutto speciale di relazionarsi.
Una commedia umana che dà la sua visione e il suo piccolo contributo nella descrizione di una sindrome difficile da comprendere e da descrivere: una storia che cambia e travolge la vita dei protagonisti, le cui vicende, raccontate sempre con sorriso e ironia, ci portano a riflettere su una società molto spesso non inclusiva e sull’inconsistenza e la vacuità, che si cela dietro il concetto di normalità.
Qualche parola da parte di Veronica
“Ciao, mi chiamo Veronica Liberale sono un’autrice teatrale. In quanto mamma di un bambino autistico ho sentito l’esigenza di scrivere un testo che descriva le vicissitudini di una famiglia, all’interno della quale nasce un figlio diverso, con le sue caratteristiche e il suo modo speciale di relazionarsi. Mi sono interrogata su ciò che realmente accade, sulle aspettative mancate, le difficoltà oggettive della vita quotidiana che questo evento scatena.
E’ venuta fuori una commedia corale umana che io ho voluto raccontare con sorriso, ironia e leggerezza, rifugendo da qualsiasi tipo di pietismo e retorica, dando un messaggio di speranza e partendo dalla voglia di riflettere su una società molto spesso non inclusiva e sull’inconsistenza e la vacuità, che si cela dietro il concetto di “normalità”,
Sono riuscita a trovare un cast artistico e tecnico di professionisti, intenzionati a far parte del progetto e un teatro disposto ad ospitarci.
Lo spettacolo manca di una produzione (per via della gravissima crisi che ha colpito il mondo del teatro durante la pandemia), abbiamo bisogno di chiunque voglia dare un contributo economico per poter materialmente allestire lo spettacolo e coprire le spese vive ( costo sala prove, rimborso artisti, compenso tecnici, scene e costumi, affitto service audio e luci ecc).
L’intento è quello di portare lo spettacolo anche nelle scuole e in giro per l’Italia e sensibilizzare l’opinione pubblica, raccontando una sindrome a tutt’oggi difficile da comprendere.
La novità che vogliamo cavalcare è quella di parlarne con il linguaggio della commedia, che ha nell’Italia le sue radici e un illustre tradizione e far riflettere donando un sorriso. Ringrazio chiunque possa supportarci in questo senso”.
Durante la recitazione l’autrice denuncia apertamente l’inadeguatezza della legge 104/92 a tutela dei diritti delle persone con Disturbo dello Spettro Autistico.
Veronica Liberale esordisce a teatro come attrice e autrice al Teatro Ateneo dell’Università la Sapienza di Roma, dove frequenta corsi e seminari sul teatro della spontaneità, la scrittura e l’improvvisazione diretti da Ferruccio di Cori.
Come autrice teatrale ha vinto per quattro anni di seguito il Roma Comic off con i seguenti spettacoli “Che classe” di Veronica Liberale regia di Marco Simeoli ( premio de’ Servi edizione 2016) “Pane, latte e lacrime” di Veronica Liberale regia di Cristiana Vaccaro (Premio de’ Servi e il Premio Marconi nell’edizione 2017); “Direzione Laurentina” di Veronica Liberale regia di Pietro De Silva (premio De’ Servi edizione 2018); “Questa strana voglia di vivere” di Veronica Liberale regia di Fabrizio Catarci Premio Leone edizione 2019).
Scrive a quattro mani da dieci anni con Antonio Losito nel campo del teatro ragazzi per la compagnia teatrale “I Ridikulus” Sta attualmente lavorando alla stesura del suo primo romanzo.
Una commedia umana che dà la sua visione e il suo piccolo contributo nella descrizione di una sindrome difficile da comprendere e da descrivere: una storia che cambia e travolge la vita dei protagonisti, le cui vicende, raccontate sempre con sorriso e ironia, ci portano a riflettere su una società molto spesso non inclusiva e sull’inconsistenza e la vacuità, che si cela dietro il concetto di normalità.
Qualche parola da parte di Veronica
“Ciao, mi chiamo Veronica Liberale sono un’autrice teatrale. In quanto mamma di un bambino autistico ho sentito l’esigenza di scrivere un testo che descriva le vicissitudini di una famiglia, all’interno della quale nasce un figlio diverso, con le sue caratteristiche e il suo modo speciale di relazionarsi. Mi sono interrogata su ciò che realmente accade, sulle aspettative mancate, le difficoltà oggettive della vita quotidiana che questo evento scatena.
E’ venuta fuori una commedia corale umana che io ho voluto raccontare con sorriso, ironia e leggerezza, rifugendo da qualsiasi tipo di pietismo e retorica, dando un messaggio di speranza e partendo dalla voglia di riflettere su una società molto spesso non inclusiva e sull’inconsistenza e la vacuità, che si cela dietro il concetto di “normalità”,
Sono riuscita a trovare un cast artistico e tecnico di professionisti, intenzionati a far parte del progetto e un teatro disposto ad ospitarci.
Lo spettacolo manca di una produzione (per via della gravissima crisi che ha colpito il mondo del teatro durante la pandemia), abbiamo bisogno di chiunque voglia dare un contributo economico per poter materialmente allestire lo spettacolo e coprire le spese vive ( costo sala prove, rimborso artisti, compenso tecnici, scene e costumi, affitto service audio e luci ecc).
L’intento è quello di portare lo spettacolo anche nelle scuole e in giro per l’Italia e sensibilizzare l’opinione pubblica, raccontando una sindrome a tutt’oggi difficile da comprendere.
La novità che vogliamo cavalcare è quella di parlarne con il linguaggio della commedia, che ha nell’Italia le sue radici e un illustre tradizione e far riflettere donando un sorriso. Ringrazio chiunque possa supportarci in questo senso”.
Durante la recitazione l’autrice denuncia apertamente l’inadeguatezza della legge 104/92 a tutela dei diritti delle persone con Disturbo dello Spettro Autistico.
Veronica Liberale esordisce a teatro come attrice e autrice al Teatro Ateneo dell’Università la Sapienza di Roma, dove frequenta corsi e seminari sul teatro della spontaneità, la scrittura e l’improvvisazione diretti da Ferruccio di Cori.
Come autrice teatrale ha vinto per quattro anni di seguito il Roma Comic off con i seguenti spettacoli “Che classe” di Veronica Liberale regia di Marco Simeoli ( premio de’ Servi edizione 2016) “Pane, latte e lacrime” di Veronica Liberale regia di Cristiana Vaccaro (Premio de’ Servi e il Premio Marconi nell’edizione 2017); “Direzione Laurentina” di Veronica Liberale regia di Pietro De Silva (premio De’ Servi edizione 2018); “Questa strana voglia di vivere” di Veronica Liberale regia di Fabrizio Catarci Premio Leone edizione 2019).
Scrive a quattro mani da dieci anni con Antonio Losito nel campo del teatro ragazzi per la compagnia teatrale “I Ridikulus” Sta attualmente lavorando alla stesura del suo primo romanzo.