Il 17 settembre scorso, il Museo dell’Arte Salvata a Roma, ha accolto con grande entusiasmo il gruppo scultoreo in terracotta Orfeo e le Sirene.
Le tre figure, vendute al Getty Museum di Los Angeles negli anni Settanta da trafficanti internazionali di antichità, provengono da scavi effettuati illecitamente negli stessi anni nella zona di Taranto. Il gruppo è rientrato in Italia dopo un lungo periodo di indagini. Ricerca fruttuosa grazie al lavoro dei Carabinieri della sezione archeologica del reparto operativo del Comando per la tutela del patrimonio.
Orfeo e le Sirene
L’esposizione del gruppo in terracotta di Orfeo e le Sirene, è mutata rispetto all’allestimento del Getty Museum di Los Angeles. Infatti, a Roma, Orfeo è posto frontalmente alle sirene e non al centro tra le due incantatrici come nel muso americano.
Il riferimento al mito di Orfeo è quindi più chiaro e facilmente riconoscibile.
Orfeo, come narrato da Apollonio Rodio, è la figura mitologica che con il suono della sua cetra vince il canto delle sirene che desideravano ammaliare gli Argonauti. Riesce nell’impresa inducendo addirittura le stesse sirene ad interrompere i loro gorgheggi per ascoltare la sua musica. Salverà così i suoi compagni.
Il gruppo in terracotta risale al IV secolo a.C. È il periodo della dominazione greca nell’area di Taranto. Le figure erano dipinte come tutta la statuaria antica, i tre personaggi sono a grandezza naturale ed è considerato di grande valore. Acquistato dal Getty Museum per 550.000 dollari, oggi è valutato fino a 8 milioni di dollari.
Orfeo e le Sirene sarà esposto a Roma, nell’Aula dedicata all’Arte Salvata, fino al 15 ottobre prossimo. Verrà poi trasferito al Museo Archeologico di Taranto dove resterà in modo permanente.
Il mito
Orfeo e le Sirene è un’opera che incanta, ci fa sognare e rimanda a mondi antichi e lontani. Orfeo, con le labbra dischiuse e lo sguardo sognante, è seduto e tiene tra le mani la sua cetra, (oggi purtroppo perduta).
Orfeo, oltre che poeta e cantore, è anche l’iniziatore ai sacri misteri, capace di accompagnare il viaggio dell’anima nei sentieri tortuosi della morte e fare poi ritorno nel mondo dei vivi.
Anche le sirene, gli uccelli rapaci dal volto di donna, sono creature legate al mondo dei defunti. Non a caso le troviamo alle porte dell’Ade per consolare le loro anime ed accompagnarle con il canto nell’Aldilà, o sugli scogli per attirare i marinai verso la morte!
Per tutte queste ragioni si ritiene che questo gruppo statuario potesse far parte di un monumento funerario e che Orfeo stesso rappresentasse il titolare della tomba, probabilmente un adepto della corrente dell’Orfismo, movimento sorto in Grecia alla fine del VI sec. a.C.
La danza delle Sirene
Le sirene titubanti di fronte ad Orfeo sembrano librarsi ed accompagnare il loro canto con una danza leggiadra.
L’atteggiamento pensoso con il mento appoggiato alla mano di una di loro, ci rende partecipi della sorpresa nell’udire la meravigliosa musica di Orfeo.
Se osserviamo le due sirene posteriormente, vediamo le loro code sollevarsi, come i tutù delle ballerine di danza classica pronte a volteggiare sulle punte!
È un gruppo scultoreo di rara bellezza e poesia, immagine di un mondo mitico in cui i suoni della musica e del canto erano gli unici meravigliosi rumori che l’orecchio umano voleva sentire per essere rapiti e trasportati in un sogno fatto di musica e danza.
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