Da appassionato di linguaggi artificiali non posso che provare curiosità e fascino per un libro scritto nel Basso Medioevo e che non è mai stato decifrato da nessuno : il manoscritto Voynich. Proprio per questo motivo esso è stato definito “il manoscritto più misterioso nel mondo” dal docente di Filosofia Medievale della Yale University Robert Brumbaugh e “la balena bianca del mondo crittografico” dal new york Times. In questo articolo entreremo nel vivo della questione, non solo percorrendo la storia di questo libro e analizzandone la struttura interna, ma anche cercando di fare luce il più possibile su una materia insondabile e per questo motivo alimentante lo spirito di ricerca, attraverso vari contributi di studiosi ed esperti. In quanto studioso ed esperto di lingua araba, ho scelto di riportare gli importanti risultati raggiunti dal professore Stephen Bax della Bedfordshire University.
Il manoscritto Voynich è un testo scritto a mano in una lingua sconosciuta la cui pergamena è stata fatta risalire all'inizio del quindicesimo secolo, grazie all'esame del carbon 14 effettuato nel 2011. La straordinarietà di questa datazione si deve al fatto che le precedenti ipotesi erano state smentite dal momento che si riferivano ad un periodo posteriore o anteriore. Infatti non potevano essere stati autori del manoscritto né Roger Bacon (1214 – 1292), né Leonardo da Vinci (1452 – 1519) né Edward Kelley (1555 – 1597). Il libro misterioso prende il nome da wilfrid voynich, un mercante di libri polacco naturalizzato inglese, che lo acquistò dal collegio gesuita di Villa Mondragone nel 1912 a Frascati. Dopo la morte di Wilfrid Voynich, il codice fu venduto ad un antiquario di libri, Hans P. Kraus che lo donò nel 1969 alla Biblioteca Beinecke di Libri e Manoscritti Rari della Yale University, catalogato come MS408.
Il manoscritto consta di 240 pagine in cui il testo scritto è spesso accompagnato da diagrammi e illustrazioni. Le dimensioni del libro sono piuttosto ridotte : 16 cm di larghezza, 22 di altezza e 4 di spessore. Nonostante sia stato impossibile decifrare il testo, è stato possibile suddividere il libro in sei sezioni tematiche, grazie al materiale grafico che occupa buona parte dei contenuti :
- Sezione botanica (112 pagine) : con raffigurazioni di vari tipi di erbe, alcune potenzialmente riconducibili a gruppi di erbe riconoscibili (come la viola selvatica e l'adianto) mentre altre sono immaginarie; molte di queste raffigurazioni sono immagini più chiare e definire di schizzi che compaiono nella sezione farmaceutica;
- Sezione astronomica (21 pagine) : con illustrazioni del Sole, della Luna, delle stelle e dei segni zodiacali;
- Sezione biologica (20 pagine) : qui compaiono immagini di donne immerse in vasche o tubi; potrebbe trattarsi della descrizione del metodo per raggiungere l'elisir dell'eterna giovinezza, in base a una delle più accreditate ipotesi;
- Sezione cosmologica (13 pagine) : essa consiste per lo più di diagrammi circolari e consiste di fogli piegati su loro stessi; in uno di essi, che si estende per 6 pagine, figura una mappa con sei isole connesse da dighe;
- Sezione farmaceutica (34 fogli) : qui si possono vedere disegni di singole parti di piante e ampolle medicinali;
- Ricette (22 fogli) : in questa ultima sezione non vi è alcuna immagine se non una piccola stella al margine sinistro di ogni foglio.
Nonostante la maggior parte del testo sia scritta in una lingua sconosciuta, alcuni rari appunti sono scritti con l'alfabeto latino. Si possono distinguere 20 0 24 lettere che si ripetono costantemente nel testo ma vi sono anche poche dozzine di caratteri che compaiono una o due volte. All'interno del codice sono stati individuati 170000 caratteri e 35000 gruppi di lettere costituenti parole. Analizzando la struttura delle parole, è stato osservato come l'entropia della lingua del Voynich sia simile a quella di una lingua storico – naturale, con circa 10 bits per parola, anche tenendo presente gli studi dello studioso di linguaggi artificiali Diego Amancio dell'università di San Paolo. Il linguista Jacques Guy ha riscontrato nella lingua del Voynich delle similarità con i ceppi linguistici dell'europa Centrale e Orientale, come il Cinese – Tibetano, l'Austroasiatico e il Tai, laddove le parole hanno una sola sillaba. Il fatto che questa teoria abbia delle basi solide è stato confermato dalla presenza nel Voynich di una delle caratteristiche tipiche delle lingue orientali menzionate, come il Cinese e il Tibetano, cioè l'assenza di copule, articoli e numerali. Altri indizi che sembrano ulteriormente suffragare tale studio sono la divisione dell'anno in 360 giorni e in 15 mesi, laddove il primo mese corrisponde al segno zodiacale dei Pesci, caratteristiche tutte queste del Calendario Agricolo Cinese. Ciononostante, l'Accademia delle Scienza di Pechino ha respinto l'ipotesi formulata da Guy, data l'assenza di esempi del simbolismo o della scienza asiatica nelle illustrazioni.
Stephen Bax, professore di Linguistica Applicata presso l'Università di Bedfordshire in Inghilterra, nel 2014 ha dichiarato recentemente di essere riuscito a decifrare quattordici lettere del manoscritto e circa dieci parole, tra cui i nomi di alcune piante ed erbe come il coriandolo, l'elleboro e ginepro accanto alle illustrazioni della sezione botanica. Inoltre ha affermato di aver individuato la parola “Toro” sotto la rappresentazione della costellazione delle Pleiadi. Bax ha confessato di aver avuto l'idea di cercare una nomenclatura all'interno del testo, avvalendosi di approcci storici che erano stati approntati per decifrare i geroglifici egiziani e altri sistemi di scrittura oscuri. In particolare, lo studioso inglese aveva iniziato la decodificazione di alcune piante e stelle, esaminando attentamente i manoscritti di botanica medievali scritti in arabo e altre lingue. Ad esempio, Bax ha identificato la parola arar che è molto simile all'arabo ‘ar‘ar (عرعر) , che significa ginepro in tre differenti punti di due pagine (f15v e f16r) : in due casi la parola arar è preceduta da un'altra lettera (una k ed una p che potrebbero essere collocate come prefissi o a scopo decorativo) e in un altro da tre simboli (il gruppo ch, la vocale o e la lettera r) ; in realtà l'immagine della pianta del ginepro e in particolare del ginepro ossicedro compare a pagina 16 mentre l'immagine della pagina precedente sembra non rappresentare il ginepro ma una pianta appartenente alla famiglia delle orchidacee. A pagina f68r, in un diagramma raffigurante la Luna nella sfera celeste, è stato notato un sistema di sette stelle, corrispondenti alle Pleiadi. Accanto a esse Bax ha notato la parola taarn (Toro), laddove compare la stessa r della parola arar; interessante è notare come in lingua araba la parola thaur ثور si riferisca sia al toro come animale sia alla costellazione del Toro. A pagina 41v compare un'illustrazione raffigurante secondo Edith Sherwood il coriandolo; osservando la parola che designerebbe il coriandolo, cioè kurata (laddove l'ultima lettera non è stata riconosciuta), si può osservare una k iniziale, che ricorre anche in altre parole individuate da Bax, una doppia vocale corrispondente ad una doppia o, poi la lettera r già notata in arar e taarn , poi la vocale A visibile anche in arar e taarn , la lettera t anche presente in taarn e la vocale a (o il suono schwa ə) anche visibile in taarn. Nelle seguenti illustrazioni si possono apprezzare le raffigurazioni del ginepro, del coriandolo e della costellazione del Toro e le parole che le rappresentano :



Un'altra pianta individuata e a cui è stato attribuito un nome a pagina f2r è la centaurea, nel voynichese kntairon, laddove è riconoscibile la k riscontrata in kurata, si rivede la n (di taarn), la r di arar, taarn e kurata. Tra l'altro la parola kntairon che Bax ha decifrato nel testo è molto simile alla parola araba قنطوريون (qunturiun). A pagina f3v compare la parola kaaur corrispondente alla pianta dell'elleboro : si può notare la k iniziale già osservata in kurata e kntairon , la A di arar, taarn e kurata, lo shwa delle parole precedenti taarn, kntairon e kurata; la parola kaaur è molto simile alla parola araba خربق (kharbaq) riscontrata in un manoscritto medievale del quindicesimo secolo; la radice kaaur è stata individuata nella lingua accadica, sumerica e poi araba; originariamente il sumero kurkur è poi divenuto in arabo kharbaq; beq deriva dal persiano e sta per radice, quindi kharbaq significa radice della pianta kaaur. A pagina f29v compare la pianta nigella sativa o cumino nero, in voynichese kaaur chaar; in questa parola si può notare la stessa parola kaur che significherebbe elleboro seguita da chaar che potrebbe significare “nero”. Per fare alcuni esempi, cumino nero in hindi è काला जीरा (kala jeera) e altre somiglianze di questo genere si possono riscontrare nel tamil, sanscrito e persiano. Attraverso gli incroci tra le varie parole, Bax è risalito anche alla parola cotone che in voynichese sarebbe kuton che è simile anche all' arabo قطن (qutn) e sorprendentemente l'illustrazione accanto al testo sembra proprio riferirsi alla pianta del cotone.
Sulla base dei risultati condotti da Bax, si può affermare che il manoscritto Voynich non è frutto della fantasia ma un testo con significato scritto in un codice sconosciuto; il sistema di scrittura non è elaborato, con somiglianze con gli alfabeti delle lingue storico naturali e con corrispondenze più o meno regolari tra suono e segno; il contenuto del manoscritto sembra rispecchiare le illustrazioni e questo risulta evidente soprattutto nella sezione botanica; se quest'ultima viene considerata nel suo insieme, il manoscritto appare come un trattato che offre delucidazioni sul mondo naturale, anche con finalità di tipo prescrittivo nell'ambito del campo farmaceutico; l'omissione delle vocali è una caratteristica del sistema di scrittura semitico mentre sul piano linguistico – culturale vi sono chiare evidenze della cultura del Vicino Oriente e indiana; dal momento che dalle parole individuate si può dedurre la compresenza di varie culture, ne risulta che il manoscritto possa essere stato utilizzato per interpretare e trasmettere informazioni tra diverse culture.