Cosa può accadere all’interno profondo della mente di un mafioso, di un killer?
Ce lo spiegae Tommaso Agnese nel bel lavoro che è stato ospitato al Teatro Sala Umbero la sera del primo giugno scorso evidenziando come Aron ( questo il nome del killer ), stanco e forse anche pentito del suo lavoro di balordo diventa un accanito bevitore; il suo ambiente sono i bassifondi di una città immaginaria e proprio in un locale malfamato incontra una donna che lo farà impazzire d’amore e di dolore.
Tra i due sboccia violento un amore inarrestabile ed Aron inizia a pensare che la sua vita potrà cambiare in meglio; d’un tratto, però, ed apparentemente senza motivo alcuno Juliet, la donna della quale si è follemente innamorato, scompare dalla sua vita: di lei resta una patetica, appassionata, cruda lettera di addio nella quale spiega ad Aron che si è innamorata di un altro.
In Aron scoppia così violento un desiderio di vendicarsi, non sa nemmeno di chi: la sia coscenza interiore lo induce nuovamente alla cattiveria ed egli torna ad essere l’uomo spietato e cattivo che era.
Nemmeno un fortuito incontro con Juliet durante una missione da killer gli servirà più a cambiare nuovamente, il suo io è ormai deformato e la sua vita continuerà ad essere una strage continua di uomini.
Insomma il male vince ancora sull’amore.
Questo lavoro teatrale è annoverabile nella tipologia delle dark- comedy e la rappresentazione dell’opera al Teatro Sala Umberto avviene a mezzo di una bella ed affiatata compagnia di attori: il protagonsita, Arion, è Maurizio Tesei mentre Juliet è la bella e brava Mimosa Campironi; entrambi sono affiancati da una troupe formata da Luigi Di Fiore, visto recentemente in TV, da Antonino Iuorio, che ha recitato con alcuni fra i più grandi registi cinematografici e teatrali da Fellini, Alberto Sordi, Marco Rossetti, Steno, Lucchetti, Veronesi, Terry Gilliam a Ronconi, Martone e Malosti ed inoltre da Paolo Perinelli, attore teatrale e cinematografico di grande esperienza nonché dalla giovane promessa Nicolas Paccaloni.
La Compagnia in scena, cioè ” La Fabrique du Cinéma “, è formata da un gruppo di giovani che dal 2011 intende dare visibilità al lavoro dei loro coetanei e rappresenta un esempio attualissimo di comunicazione integrata in grado di esprimersi attraverso l’utilizzo di varie forme di multimedialità.
Le luci sono di Davide Manca, i costumi di Silvana Turchi e le scene di Fabrizio Bellacci e Davide Germano ai quali tutti sono andati lunghi applausi da parte del pubblico.
La serata è stata preceduta da due mostre: quella di Giulia Gensini ( Interazioni ) che ha esposto il suo pensiero su come la parola rappresenti la base della poesia e della melodia armonica come pure del caos; Valeria Trasatti, con la sua ” Fame di Alice ” ha esposto una valida serie di foto a carattere onirico ambientate nel settore della moda.
Al termine della rappreentazione teatrale, è andata in scena una serata DJ condotta da un artista assai versatile e poleidrico che risponde al nome di Enrico Claro ( DJ Rico ).
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