Al teatro Greco di Siracusa si apre la stagione 2021, dal 3 luglio al 21 agosto, con tre opere: Coefore-Eumenidi di Eschilo con la regia di Davide Livermore, Baccanti di Euripide diretta da Carlus Padrissa, e Le Nuvole di Aristofane, per la regia di Antonio Calenda. Il manifesto delle rappresentazioni nasce da un opera di Hermann Nitsch, il maggior esponente del Wiener Aktionismus.
TRADIZIONE E NON TRADIZIONE
Ammesso che ci vogliano doppi cuscini per sopportare la durezza rocciosa delle gradinate della cavea, vale sempre la pena assistere alle rappresentazioni classiche. Anche quando gli adattamenti scenografici sono giudicati disturbanti dai tradizionalisti, l’autorevolezza travolgente della parola del drammaturgo messa in scena rimane intatta. Nel definire le cose del mondo. Nel descrivere l’indescrivibile.
Grande è la capacità di Eschilo nella configurazione dei suoi personaggi. Nel dare un senso alle sue costruzioni drammatiche razionalizzando il mito, sfrondandolo del superfluo. Basta leggere o assistere alla sua Orestea rappresentata per la prima volta nel 458 a.C. . La trilogia che comprende l’Agamennone, le Coefore e le Eumenidi. Notevole per lo spirito unitario che la caratterizza senza compromettere l’“esistenza teatrale autonoma di ognuno dei drammi”.
LE TRAME
Nell’Agamennone si respira un clima di tensione crescente che trova sfogo nella strage. Clitennestra, all’omicidio partecipa anche l’amante Egisto, uccide il re tornato vittorioso dalla guerra di Troia. Per vendicare la morte della figlia Ifigenia sacrificata da Agamennone alla dea Artemide. Per ottenere venti favorevoli prima della spedizione contro Ilio.
Nelle Coefore ,sono le donne che portano offerte alla tomba di Agamennone. Protagonista dell’intreccio è Oreste, figlio del capo supremo degli Achei. Fingendosi un viandante entra nel palazzo. Prima elimina Egisto. Poi dopo un drammatico incontro, tocca alla madre Clitennestra. Si compie la vendetta attesa a lungo. Voluta da Apollo. Paladino della dignità paterna.
Nelle Eumenidi si assiste allo scontro tra le Erinni custodi del diritto materno, arcaica memoria di una fase matriarcale, e il diritto del padre. Il punto di riferimento della moderna civiltà patriarcale destinata a prevalere. Le Erinni come cagne impazzite inseguono Oreste reclamando il sangue del matricida. Il giovane si rifugia a Delfi. Quindi ad Atene. Invocata arriva la dea Atena che promette un giusto processo. Oreste ne esce indenne. Ormai è libero. Le Erinni adulate da Atena diventano Eumenidi, Benigne. E promettono lunghi periodi di felicità ad Atene. Custode del nuovo diritto civile. Il conflitto tra forze archetipe è bandito. Una società nuova festeggia la propria nascita.
IL SENSO
Cosa ci vuol dire Eschilo con la leggenda dell’uccisione di Agamennone da parte di Clitennestra. Della vendetta di Oreste. Dello scatenarsi delle Furie voluto da Clitennestra contro lo stesso Oreste? Forse aver capito l’inesorabile ambiguità, la duplicità insita nell’esistenza. Per cui le parti si scambiano. Ognuno di noi può interpretare ruoli opposti. Prima vittima poi carnefice. Tra crimine e innocenza non esiste una barriera invalicabile.
Poi ci sono gli oggetti. Carichi di senso, rimandano ad una condizione decisamente tragica: i drappi rossi stesi ai piedi di Agamennone sono simboli di morte.
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