Qual è stato il tuo percorso di studi e l’inizio della tua carriera?
Dunque, il mio percorso non è propriamente ortodosso per un cantante lirico: ho iniziato il Conservatorio a 25 anni, dopo averne trascorsi quasi 10 con la mia band Rock, con cui eseguivamo un po’ di tutto, da Elvis a Dean Martin, dai Queen a Jeff Buckley, Led Zeppelin..
Parliamo del repertorio, con quale repertorio ti sei formato?
Il repertorio di formazione è stato inizialmente quello del basso e del basso baritono mozartiano, con le arie di Sarastro, Figaro, Don Giovanni. Ma fin da subito strizzai l’occhio al gran repertorio verdiano, infatti il mio primo debutto fu Ferrando nel Trovatore
Qual è il ruolo o l’autore che preferisci?
Ruolo ed autore.. Domanda difficile: come autore, per le atmosfere teatrali, sicuro Verdi, anche se Puccini mi emoziona al punto di piangere ogni volta che interpreto Colline con il suo “come va? ” al finale de La Bohème.
Tra i ruoli, Don Giovanni senz’altro, ma anche Sparafucile.
Mi piacerebbe moltissimo interpretare il Mefistofele di Boito, la cui aria “son lo spirito che nega” ho registrato nel mio ultimo disco che sarà edito a breve dalla Kicco Music della mitica Giovanna Nocetti
Ci racconti qualche aneddoto simpatico della tua carriera?
Un aneddoto simpatico.. Me ne vengono in mente due: ero ancora studente in Conservatorio e mi chiamarono per una selezione del Don Giovanni al Museo archeologico di Napoli.
Interpretavo Masetto e durante l’aria “vedrai carino”, la Zerlina mi disse che il regista le aveva dato indicazioni di togliermi la maglia: per cui mi ritrovai improvvisamente a petto nudo di fronte al pubblico tra cui la mia ragazza che ne fu alquanto “sorpresa”.
Altro aneddoto, debutto al Teatro Giordano di Foggia con l’opera buffa ” Il filosofo di campagna ” di Galuppi su testo di Goldoni. Prima di entrare in scena bevvi un sorso di cognac che mi ero portato per schiarire la voce (..sì, lo so..!), e preso dall’emozione, al mio ingresso su un leggero declivio del palco, fui sull’orlo di cadere in buca. Fortunatamente non se ne accorse nessuno!
A chi non conoscesse la tua voce, cosa le faresti ascoltare?
Farei ascoltare qualcosa di misto per dare una visione più ampia della mia voce e vocalità: ho registrato dischi di Natale cantati in pop, brani Rock ed Opera: un solo ascolto e limitante, per questo sul mio canale YouTube ho iniziato ad inserire anche altri video oltre alla lirica.
Nonostante possa essere mal visto dai puristi, è la mia voce e ne vado fiero.
Cosa fai un’ora prima di salire sul palco?Un’ora prima di salire sul palco sono in camerino a ripassare chiedendomi chi me l’ha fatto fare!
Quali sono le tue opere preferite? Perché?Opere preferite, anche questa domanda non semplice: Don Giovanni perché adoro il ruolo e le interazioni coi personaggi che, a parer mio, sono del tipo “vorrei, ma non posso”, mentre lui è coerente fino alla fine. Nabucco, per la storia e per il lieto fine molto fiabesco. Bohème per le emozioni che riesce a regalare sempre, ad ogni ascolto e ad ogni interpretazione.
Quali sono i tuo progetti artisti per l’immediato futuro?
Progetti di immediato futuro: immediatissimo direi, domani canto una selezione di Bohème con un grande cast con cui ho il piacere e la fortuna di collaborare spesso.
Prossima settimana ho un concerto di beneficenza con la mia ragazza che è un soprano, il cui ricavato sarà devoluto alla Caritas per l’Ucraina. La scorsa settimana ho avuto una parte ne “il giardino dei ciliegi” di Anton Cechov, per la regia di Rosangela Giurgola e con il mio caro amico, il baritono Giorgio Schipa. Ho avuto il piacere di cantare il brano Katyusha, che è una canzone d’amore che parla di un ragazzo partito per il fronte e della sua ragazza che lo attende. Quanto mai – purtroppo – attuale. La musica, l’arte, la cultura, dovrebbero unire i popoli e non separarli.
Ringraziamo il maestro Michele Basso per la disponibilità
Patrizia Gallina