Terra dei ghiacci. “Alcuni uomini partirono dalla Norvegia alla volta delle Isole Fær Øer, ma si spinsero troppo ad ovest in alto mare e lì trovarono una terra molto estesa. Dopo essere sbarcati in un fiordo sulla costa orientale, scalarono un monte elevato e si guardarono attorno, in lungo e in largo, per osservare se c’era traccia di fumo, o qualsiasi altro indizio che indicasse loro se quel territorio fosse abitato, ma non riuscirono a vedere nulla di tutto questo.
Nel periodo autunnale fecero vela per le Isole Fær Øer e quando ritornarono era caduta molta neve ricoprendo le montagne, motivo per cui essi battezzarono quella terra Snaeland”. Viene descritta così la scoperta dell’ Islanda da parte dell’ esploratore Svavarsson nell’ anno 847. Molto più di un millennio dopo la Nazionale islandese non solo ha ottenuto la prima storica qualificazione ad un Europeo, ma rischia di qualificarsi per la fase finale. Questo risultato non è arrivato per caso, ma è frutto di una programmazione a lungo termine.
Una terra apparentemente inospitale per il calcio, la superficie del Paese è di 100.000 chilometri quadrati, di cui il 10% ricoperta da ghiacci; un clima molto rigido (-30 gradi d’inverno) e un bacino d’utenza da cui attingere molto limitato, gli abitanti sono appena 330.000. Da queste premesse nasce la non semplice idea di trasformare l’Islanda, oltre che in terra dei ghiacci, in terra del calcio. Un’ idea diventata legge nel 2002, che ha avviato il processo di evoluzione dal dilettantismo al professionismo. Per permettere la pratica costante del gioco sono stati costruiti grazie ai soldi della Federazione 6 campi indoor e campi in erba sintetica per ogni scuola. Oggi l’Islanda vanta un campo di calcio ogni 50.000 abitanti, la media più alta d’Europa. Non solo le strutture sono state rese professionali, ma anche l’insegnamento del gioco ha registrato un aumento della qualità grazie ad allenatori più preparati e competenti: in Italia la possibilità che il tuo primo allenatore sia uno che lo fa per hobby o come secondo lavoro è estremamente alta; in Islanda, dal 2002, chi allena, a qualunque livello, deve aver conseguito il patentino Uefa ( A o B). C’è un allenatore ogni 500 abitanti. Una volta formati, i giovani islandesi, vengono lasciati andare a giocare in Europa per fare quell’ upgrade tecnico – tattico necessario per completarne il processo di crescita e restituirli pronti alla Nazionale. Gli investimenti sulle infrastrutture e sullo staff tecnico non hanno aumentato la competitivià e il prestigio dei club islandesi, le aspettative di crescita del movimento, quindi, sono tutte sulla Nazionale. Sulla scia del modello Barcellona, tutte le formazioni Nazionali, dall’ under 15 alla Maggiore, utilizzano lo stesso sistema di gioco, un 4-4-2 classico con un centrocampo tecnico e due punte vicine con caratteristiche opposte, una più statica e forte fisicamente e l’altra veloce e abile a girare intorno alla prima. Sistema di gioco mutuato dal campionato inglese, il più visto nel paese a partire dagli anni ’90.
Generazione d’oro. Questo virtuoso processo ha dato vita alla generazione più talentuosa della storia dell’ Islanda. Magnusson, difensore centrale del Cesena; Bjarnason, buon centrocampista ex-Pescara oggi al Basilea; Sigurdsson, 58 presenze nel Tottenham e oggi titolare nel centrocampo dello Swansea; Hallfredsson dell’ Udinese; Sigthorsson, il capocannoniere e infine la massima espressione del calcio islandese : Ejdur Gudjohnsen, ex- giocatore di Chelsea e Barcellona, con cui conquistò il triplete nel 2008/2009. A 36 anni non e’ più un titolare ma la sua convocazione non è mai stata in discussione, non sarebbe stato giusto che mancasse il giocatore simbolo che ha contribuito a far conoscere l’Islanda nel mondo . Dal 2012 la Nazionale è allenata dallo svedese Lars Lagerback. I primi frutti di questo sistema si sono visti durante le qualificazioni al Mondiale del 2014, dove l’ Islanda perse lo spareggio con la Croazia dopo uno 0-0 ottenuto in inferiorità numerica all’ andata (2-0 al ritorno). Appena due anni dopo però, i frutti del sistema calcio Islanda sono maturi e pronti per essere raccolti : si qualifica senza passare dagli spareggi in un girone con Olanda (battuta due volte ed eliminata) Replubbica Ceca, Turchia, Kazakistan e Lettonia. Il popolo Islandese aspettava da una vita questo momento, a dimostrazione del fatto che l’8% degli abitanti ha acquistato un biglietto per gli Europei, quasi 27.000 biglietti su una popolazione di 330.000. In proporzione è come se 4 milioni di italiani fossero in Francia a seguire la Nazionale.
Euro 2016. Dopo i pareggi con Portogallo e Ungheria, oggi alle ore 18.00 allo Stade de France di Parigi, la Nazionale Islandese ha un appuntamento con la storia.
Probabili formazioni: ISLANDA (4-4-2) Halldorsson, Saevarsson, R.Sigurdsson, Arnason, Skulason, Gudmundsson, Gunnarson, G.Sigurdsson, B.Bjarnason, Sigthorsson, Bodvarsson. All. Lagerback. AUSTRIA (4-2-3-1) Almer, Klein, Dragovic, Hinteregger, Fuchs; Baumgartlinger, Alaba; Harnik, Januzovic, Arnautovic; Janko All. Koller