La mostra dei Marmi Torlonia ci stupisce e ci affascina per la bellezza delle forme e per la profondità dell'indagine psicologica che traspare dalla galleria dei personaggi. Opere di marmi splendenti provenienti dalle varie province dell'Impero che ci riportano indietro nei secoli ad immaginare una Roma sfavillante, meravigliosa, unica.
Per coloro che non avessero ancora avuto l'occasione di visitarla, è una buona notizia sapere che la mostra dei Marmi Torlonia nella sede di Villa Caffarelli, nuovo spazio espositivo dei Musei Capitolini, è stata prorogata al 9 gennaio 2022.
La mostra è di fondamentale importanza. Permette al pubblico di fruire, dopo molti anni di oblio, di 92 opere greco-romane selezionate tra i 620 marmi della Collezione Torlonia, considerata la più prestigiosa collezione di arte antica del mondo.
I Torlonia
I Torlonia erano una delle grandi famiglie nobili di Roma che incrementò notevolmente il patrimonio con fortunate speculazioni durante il periodo dell'occupazione napoleonica (1798-1814). Alla dipartita dei francesi, Giovanni Torlonia {1754-1829), banchiere, offrì prestiti ad alto tasso di interesse ai nobili romani chiedendo in garanzia i loro possedimenti agricoli e fondiari. Molti di loro, allo scadere dei termini, non essendo in grado di ripagare i capitali, furono costretti a cedere ai Torlonia i loro possedimenti. La conseguenza fu che i titoli nobiliari passarono nelle mani della famiglia e il Papa Pio VII nel 1814 conferì il rango di principe a Giovanni Torlonia. Negli anni a seguire i Torlonia accrebbero il loro prestigio imparentandosi con le più famose dinastie nobili romane, i Colonna, gli Orsini e i Borghese.
La Collezione dei marmi Torlonia
Il primo nucleo della collezione Torlonia risale al 1800 quando il principe Giovanni Torlonia comprò all'asta la raccolta del defunto scultore Bartolomeo Cavaceppi (1715-1717). Il famoso restauratore fu uomo di fiducia del cardinale Alessandro Albani (1692-1779) che gli aveva affidato la sua collezione per riportarla agli antichi splendori. Rapito dalla bellezza antiquaria, Cavaceppi divenne lui stesso un grande collezionista. Si aggiunse poi la collezione Giustiniani acquistata da Giovanni e dal figlio Alessandro Torlonia (1800-1886) nel 1825. La famiglia Giustiniani erede della raccolta di antichità del marchese Vincenzo Giustiniani (1564-1673), trovatasi in difficoltà economiche fu costretta a vendere gran parte dei propri marmi antichi.
Villa Albani
Nel 1866 Alessandro Torlonia acquistò Villa Albani e con essa tutta la collezione antiquaria nella quale nel corso dei secoli erano già confluite le collezioni Cesi e Savelli. La collezione Torlonia si arricchì negli anni di importanti opere provenienti dagli scavi effettuati nei possedimenti della famiglia intorno a Roma e in provincia: le tenute di Roma Vecchia e della Caffarella, le Ville dei Quintili, dei Sette Bassi e di Massenzio, le cittadine di porto e Cures.
Il museo Torlonia
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Nel 1875 il principe Alessandro Torlonia decise di aprire un museo per ospitare le 620 opere greche e romane di proprietà che furono esposte in 77 sale nel palazzo di via della Lungara a Roma. Il museo resterà aperto fino alla Seconda Guerra Mondiale. Si arrivò purtroppo alla chiusura e al lento declino di queste opere d'arte di inestimabile valore stipate in oscuri magazzini. Negli anni sono state portate avanti varie trattative tra i principi Torlonia e lo Stato, per scongiurare la vendita e la dispersione del patrimonio. Fu stabilito un accordo nel 2016. Con esso si è formalizzata la costituzione di un museo dedicato, inaugurato con una selezione di opere in attesa di una sede definitiva.
La mostra dei Marmi Torlonia
L'esposizione si articola in 5 sezioni: la Prima intende evocare il Museo Torlonia nell'allestimento originale, la Seconda dedicata alle opere rinvenute negli scavi di proprietà della famiglia, la Terza le cui sculture provengono dai due grandi nuclei della collezione Cavaceppi e Albani. La Quarta include la collezione Giustiniani e la Quinta ed ultima è arricchita da esemplari di opere derivate da collezioni del XV e XVI secolo. La mostra si conclude con l'esposizione di una copia del catalogo del 1884 del Museo Torlonia con le riproduzioni in fototipia di tutte le 620 sculture del museo.
Sezione I
Questa sezione mostra l'organizzazione delle sale del Museo Torlonia. Una serie di busti di varia provenienza in marmo e l'unico bronzo della raccolta probabilmente un Germanico ( I sec. d. C.), trovato nel 1874 a Cures, in Sabina, restaurato ed integrato.
![Marmi Torlonia](https://i0.wp.com/artistanews.com/wp-content/uploads/2021/07/IMG_7733-2-300x180.jpg?resize=300%2C180&ssl=1)
Sezione II
In questa sezione sono raccolte le opere acquisite da Giovanni ed Alessandro Torlonia nel corso delle attività di scavo nei loro possedimenti. Da notare il bassorilievo che conserva tracce di policromia con la veduta del Portus Augusti risalente al 200 d.C proveniente da Porto, le statue di Ninfa e di Satiro del gruppo Invito alla danza proveniente dalla Villa dei Sette Bassi della fine I sec.- inizio II sec. d.C.
Sezione III
Le sculture provenienti dai due grandi nuclei di Villa Albani e di Bartolomeo Cavaceppi raccolte in questa sezione sono strettamente legate fra loro: il Cavaceppi aveva restaurato molti marmi della collezione Albani su commissione del cardinale Alessandro Albani nel XVIII secolo. Molto importanti sono la grande Tazza con Fatiche di Ercole (50-25 a.C) in marmo pentelico e la statua del Nilo (70-100 d.C) in marmo bigio morato proveniente degli scavi di Castelgandolfo e collocate a Villa Albani. La Testa di giovane, detto Tolomeo in marmo pentelico, della fine del I sec. d.C proviene dallo studio Cavaceppi.
Sezione IV
La quarta sezione racchiude le pregiatissime opere della collezione del raffinato collezionista cardinale Vincenzo Giustiniani. Fra queste la replica del Fanciullo che strozza l'oca (II sec. d.C) e la statua di Afrodite accovacciata (I sec.d.C) restaurata con testa moderna attribuita a pietro Bernini (1562-1629).La statua del Caprone (fine I sec d.C), fu rimaneggiata nel capo dal più famoso figlio di Pietro Bernini, il grande Gianlorenzo Bernini.(1598-1680)
Sezione V
In queste sale sono raccolte alcune sculture della collezione del Cardinale Federico Cesi (1500-1565): il Sarcofago con le fatiche di Ercole (170 d.C ) e Il Nilo (fine del I-inizi II sec.d.C) della collezione di Giuliano Cesarini (1466-1510) che adornava il suo palazzo nell'area di Largo Argentina a Roma.
La mostra si conclude in una sala dove è esposta una copia del monumentale volume fotografico del Museo Torlonia nell'edizione del 1884 dove sono conservate tutte le riproduzioni in fototipia delle 620 sculture del Museo.
Una mostra tutta da scoprire quella dei Marmi Torlonia, non solo arte antica ma la storia di una famiglia, della città di Roma e dei tanti segreti e tesori nascosti che questa metropoli non finisce mai di svelarci .
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