Guerre infinite, in cui è difficile distinguere il buono e il cattivo. Al momento la società odierna sta vivendo due guerre ossia: quella contro la Jihad e quella del Donbass. Bene la prima è la più conosciuta, o meglio “pubblicizzata”. Mentre la seconda in pochi la conosceranno, per questo motivo si può definire la “guerra dimenticata”.
L’inizio.
La guerra del Donbass si combatte nella parte orientale dell’Ucraina, precisamente le regioni interessate sono: Donec’k, Luthans’k e la Repubblica popolare di Lugansk. Dunque, tutto ha inizio il 6 aprile del 2014 quando un gruppo di separatisti filo – russi decisero di occupare vari palazzi governativi, appartenenti al Governo di Kiev, nei territori sopra citati. Ma il senso di patriottismo dei separatisti è stato accesso, in qualche modo dai media ucraini. Spinti dall’Unione europea nell’assumere un carattere aggressivo verso la Russia e vedere la suddetta nazione come una vera e propria “nemica”. Ma non è finita qui, perché oltre che ad agire nel contesto sociale l’occidente decise di violare i confini russi. Qui la colpa va alla NATO, in quanto fu proprio la suddetta organizzazione a violare un accordo con la Russia nel 1991. Ai tempi la NATO promise all’ex Unione Sovietica di non avvicinarsi all’Ucraina, ma dai fatti di oggi possiamo ben intuire che la NATO non mantenne la “parola” data. Dunque queste sono le ragioni per cui, il senso patriottico dei cittadini della regione di Donec’k e Luthans’k si è riacceso in modo violento. Ricordiamo che nelle regioni coinvolte vi è una forte presenza di cittadini russi.
I primi colpi di scena.
A un mese di distanza dall’inizio della guerra, precisamente, il 12 maggio del 2014 nasce la Repubblica popolare di Donetsk con a capo l’ex militare russo Igor Girkin.
Ma il periodo più brutale della guerra del Donbass è luglio 2014. In quanto, il 19 luglio dello stesso anno, iniziano i primi bombardamenti da parte del Governo ucraino. Ai danni delle regioni controllate dai separatisti filo – russi. Il mese successivo, su richiesta del veterano Igor Girkin, il presidente Putin accetta la richiesta d’aiuto fatta da quest’ultimo. Ed è così che il Cremlino invia 5.000 truppe nel Donbass, a presidiare i territori neo annessi.
Il resto del mondo.
Il resto del mondo ancora oggi sembra infischiarsene di tale situazione, pur vedendo una nazione come l’Ucraina stremata da questi tre anni di conflitto. L’unico intervento “sensato” dell’occidente è l’appoggio della NATO al Governo Poroshenko. Ma del resto sono state inutili, le sanzioni presentate dall’Unione europea ai danni della Russia. Tale atteggiamento dell’Europa non ha fatto altro che peggiorare il conflitto del Donbass.
I morti totali in questi tre anni sono circa 30.000.