Alle pendici di Monte Mario, poco distante dal quartiere delle Vittorie e dal Flaminio, sorge la cittadella sportiva del Foro Italico già Foro Mussolini fino al 1943.
Nel 1927 il Regime Fascista, in linea con la propaganda dello sport per forgiare l'italica gioventù, vuole dotare Roma di un centro sportivo che comprenda le principali attività agonistiche: Atletica, Nuoto, Tennis, Calcio, Scherma.
La scelta del luogo, dove sarebbe dovuta sorgere la città dello Sport, cade sulle pendici di Monte Mario. Questo luogo era paludoso e insalubre a causa del ristagno delle acque del tevere. Per questo motivo, tutta l'area fu rialzata di 5 metri.
Il Foro Mussolini è inaugurato nel 1932 con gli edifici principali. Tuttavia i lavori si protraggono fino al 1941 poi interrotti a causa della Guerra.
Tuttavia il motivo per cui è scelta questa zona non è casuale. La vegetazione e il silenzio dei boschi creano una sorta di immaginario classico in cui, di solito, erano situati stadi e teatri. Inoltre la via Flaminia collega il Foro con il centro della città tramite il ponte Duca d'Aosta, che funge da direttrice.
Nel 1929 il Regime incarica l'architetto Enrico del Debbio di progettare un complesso sportivo chiamato Foro Mussolini in onore del Duce.
Del Debbio progetta edifici corrispondenti alla concezione moderna della loro funzione. Gli edifici centrali sono quelli dell'Opera Nazionale Balilla, dove gli adolescenti italiani hanno a disposizione gli attrezzi per l'addestramento e l'educazione fisica.
Il Foro Mussolini era dunque, un complesso monumentale simile a quelli dell'antichità romana. La cittadella sportiva celebra la bellezza grazie all'utilizzo del marmo bianco di Carrara che si adatta perfettamente al verde delle pendici del Monte Mario.
L'architettura del Foro
Accademia fascista di Educazione fisica
Il nucleo centrale del Foro Mussolini era costituito dall' edificio dall'Accademia fascista di Educazione fisica, intonacato di rosso pompeiano, con finestre incorniciate da sottili colonne, sormontate da timpani spezzati di marmo bianco.
Stadio dei Marmi
Da qui si accede allo Stadio dei Marmi destinato alle gare di Atletica. Lo Stadio è costituito da dieci ordini di gradinate, ricavate grazie al dislivello derivato dai rinterri della zona.
La capacità dello Stadio era di circa 200.000 persone. Sessanta statue, di atleti, dono delle Province italiane, sormontano le gradinate.
L'ingresso al Foro è dominato dall' obelisco in marmo di Carrara eretto nel 1932. Realizzato a partire dai disegni di Costantino Costantini, è il più grande blocco di marmo mai estratto dalle AlpiApuane.
La fontana della Sfera
La Fontana della Sfera è un'ampia vasca circolare di 3 metri di diametro con una grande sfera in marmo di Carrara. Il bacino della fontana è decorato con mosaico atessere di marmo bianche e nere con soggetti marini.
Dallo Stadio dei cipressi all' Olimpico
Lo Stadio dei Cipressi, formato da terrazze tagliate nel fianco della collina, con una capienza di centomila spettatori. Durante la guerra il cantiere fu abbandonato fino al 1949.
Il CONI, suo proprietario della struttura, affidò il progetto di completamento all'architetto Annibale Vitellozzi, che lo terminò nel 1953. Dopo la riapertura l'impianto sportivo è noto come “Stadio dei
Centomila” per la sua capienza.
Nel 1960 si svolgono a Roma i giochi della XVII Olimpiade, lo stadio cambia ancora nome e diviene l'Olimpico.
Nel 1990, in occasione dei Mondiali di Calcio, lo stadio è stato completamente ristrutturato. Dello stadio originario non resta più nulla.
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