Mamma e lavoro: il lungo cammino verso il progresso.
Di mamma ce n’è una sola, ma di ruoli e vesti le donne ne hanno tanti. Dall’alba all’imbrunire l’orologio di una mamma sembra non fermarsi mai. Corse esasperate, notti in bianco, pannolini e ancora aeroplanini di pappa e amore; vestiti da lavare, letti da rifare; ora c’è il pranzo, poi la cena; la scuola, i compiti; c’è da stirare… La fila alle poste e quella per pagare; il traffico nell’ora di punta e i punti all’ordine del giorno. Non basta un’agenda per gli impegni di mamma – dice mia figlia- poi c’è la palestra e dopo ancora mamma mi accompagna alla festa. Che fatica essere mamma! E che gran casino coniugare il lavoro e anche il ruolo di donna.
“Rispetto al modello di madre idealizzata, forse le donne stanno diventando pessime madri. Ma per la prima volta nella storia stanno diventando autentiche e reali, perché prima di essere madri vogliono essere persone. “
Scrive Elena Gianini Belotti in “ Le nuove madri e i nuovi padri, in Ritratto di famiglia degli anni ’80”
E’ davvero così? Le mamme del nuovo millennio sono imperfette o eroiche?
In quest’articolo analizzeremo il difficile ruolo di essere donna, la fatica di essere mamma e la capacità di coniugare il tutto.
L’italia come è noto a tutti è il fanalino di coda dell’unione Europea, dopo di noi solo la Grecia. Il benessere materno-infantile, sembra essere l’ultimo degli interessi ma il primo all’ordine del giorno per tutte quelle donne che di correre non si fermano mai. Quali sono le difficoltà maggiori? Senza dubbio gestire il lavoro e la febbre, o ancora le vacanze estive da scuola e quelle in ufficio da mamma, il Natale dietro l’angolo e la tata che bussa alla porta. Quanto costa alle famiglie una mamma che lavora? E quanto costa ad una mamma rinunciare al lavoro o lavorare per pagare la tata, la ludoteca, la benzina e il via vai da un capo all’altro della città? Stanchezza, spreco di denaro e tempo da dedicare ai figli spesso fanno si che una donna abbandoni il lavoro e accantoni l’idea di lavorare fino a quando il bambino non sarà “grande”. I contratti spesso non tutelano la maternità, i servizi non coprono il fabbisogno, e le politiche sociali sono lontane anni luce dalle esigenze comuni a tutte le mamme. Eppure basterebbe poco. Basterebbe riuscire a concepire un mondo con dentro anche la donna, che è spesso mamma. All’estero la realtà è molto diversa, i contratti tutelano la maternità, i servizi sono efficienti, le politiche sociali efficaci e le mamme e i bambini tutelati.
Secondo Linda Laura Sabbadini – Dipartimento delle Statistiche Sociali e Ambientali – la società non si è adeguata ancora ai nuovi bisogni delle donne. La rete di servizi per la prima infanzia è scarsa e costosa, la flessibilità nei posti di lavoro limitata, il lavoro femminile più precario e prolungato mentre la nascita di un figlio spesso è causa della perdita del lavoro. La conseguenza, è un forte sovraccarico sulle donne con forti differenze tra quelle che vivono nel centro nord e quelle che lavorano nel sud, fortemente svantaggiate su tutti i piani.
Come darle torto.
E’ davvero difficile realizzare un mondo su misura di mamma, o meglio di genitori, poiché anche i papà, pur non essendo soggetti a discriminazioni in ambito lavorativo, si trovano spesso a compensare il mancato servizio e a modificare abitudini lavorative e non solo, quando possibile.
Da un paio di anni iniziano a diffondersi Le family friendly, aziende formato mamma con tanto di asilo nido al loro interno o convenzione esterna per i dipendenti. Alcune regioni hanno anche lanciato alcune iniziative a premi con annesse agevolazioni per le aziende che si adeguano ai tempi, mantenendo il passo di “mamma”. Che dire allora? La strada è ancora lunga ma il sentiero è tracciato. Non ci rimane che percorrerlo come siamo solite fare: a testa alta, con il sorriso in faccia e la speranza nel cuore.