Lunedì 28 agosto, alle 21, si è svolta a Villa Althea, splendido resort presso Mango , la riunione dei soci dell’Associazione Manganum, un sodalizio nato due anni fa con l’obiettivo di ridare lustro al paese, caduto progressivamente nel dimenticatoio dai tempi in cui l’indimenticabile giornalista Raoul Molinari fu costretto ad lasciare la presidenza dell’Enoteca regionale del Moscato, con sede al Castello dei Busca di Mango.
L’Associazione Manganum, in oltre un anno di attività, ha creato numerosi interventi di vario genere, tra cui la pulizia dell’antica chiesa dei Battuti, da tempo abbandonata a polvere e ragni. La dislocazione, in vari punti del paese, di pietre dipinte dagli studenti locali, che ritraggono animali tipici di questa parte di Langa, dipinti da studenti locali.
Durante l’ultima riunione si è parlato anche della rievocazione medievale organizzata in maggio per ricordare il matrimonio avvenuto al Castello di Mango alla fine di maggio 1345 tra Ludovico Guglielmo de Braida, e Violante di Busca, nipote del marchese feudatario di Mango. Si è discusso sulla non perfetta riuscita dell’evento e si sono valutate le possibilità di ripeterlo, nel 2018, con tempi di preparazione più larghi e con l’apporto di forse più consistenti rispetto alla prima edizione.
Nel corso della sera, l’attivissima presidente dell’Associazione, Gabriella Fogliati, ha fatto il punto sull’ambizioso progetto intitolato “ Mango, il Paese delle Meridiane”. Quel progetto, purtroppo, è stato profondamente riadattato, per “problemi tecnici”, ha sostenutola presidente di Manganum. Perciò, le opere pittoriche che avrebbero dovuto fare da sfondo alle “meridiane” sono rimaste nient’altro che dipinti a parete, quasi del tutto scollegati dal contesto storico e culturale di Mango. Su molte di quelle pitture §(ma non tutte) è stata inserita l’asta, lo gnomone, la cui ombra sul quadrante servirebbe a definire l’ora solare locale. Poiché quasi tutte le meridiane non sono funzionanti, un membro dell’Associazione, ha ironocamente commentato che Mango sarà conosciuto come “il Paese delle finte Meridiane”… anzi, dei finti orologi solari, perché di questo si tratterebbe.
I dirigenti dell’Associazione si dichiarano comunque soddisfatti dell’operazione messa in atto, perché ora Mango è abbellito con numerose opere d’arte realizzate senza costi per la cittadinanza: «È una specie di museo en-plein-air – ha spiegato Gabriella Fogliati -, che certamente sarà apprezzato dai turisti che sempre più numerosi transitano a Mango».
Su questo argomento è nata anche un’accesa discussione in quanto il gestore dell’Osteria del Campo, Patrick Veglio, ha contestato la qualità dell’opera dipinta da Massimo Martinelli sul muro esterno dell’Osteria. Martinelli, giova ricordarlo, pur essendo noto soprattutto come enologo, sin dalla fine degli anni ’50 ha elaborato una personale produzione artistica, spesso legata a temi vitivinicoli.
Martinelli, presente alla riunione, ha reagito con garnbo e ironia, mentre a sostegno dell’intera operazione artistica elaborata da Manganum è intervenuto Claudio Calorio nei panni di critico d’arte, sebbene egli rifiuti questo titolo preferendo definirsi, giustamente, un appassionato d’arte (in realtà Calorio svolge tutt’altro lavoro, ma per passione scrive d’arte contemporanea e organizza eventi artistici). Con commossa partecipazione, Calorio ha letto al pubblico le emozioni che lui stesso ha provato, osservando i dipinti sui muri di Mango, e ha riportati aneddoti simpatici riferiti alle positive reazioni di molti abitanti del paese.
L’argomento si è concluso con la presentazione di due artisti che, a breve, si dedicheranno a questo soggetto, arricchendo Mango e San Donato con due nuovi orologi solari che, si spera, saranno resi funzionanti.
Nel corso della serata è stato anche annunciato che Mango diventerà la sede di un movimento artistico d’avanguardia basato sul riciclo di oggetti e materiali vari.