L’ennesima partenza di migranti, l’ennesima Odissea, l’ennesima chiusura del Governo. Ma con uno spiffero non da poco, questa volta. La nave Diciotti è arrivata a Trapani, inizialmente respinta, poi fatta attraccare, ma con un ordine preciso: che nessuno scenda.
Ammutinamento
Il rimorchiatore Vos Thalassa, con 67 migranti a bordo, la sera del 9 luglio si trova in una situazione ostica. Quando alcuni profughi si rendono conto che la nave ha virato verso sud e si dirige verso la Libia, organizzano una sorta di ammutinamento contro l’equipaggio del rimorchiatore. Alla vista dell’italiana Diciotti, a sole 45 miglia e con poliziotti a bordo, la Vos Thalassa ne chiede l’aiuto per l’ammutinamento.
Passaggio alla Diciotti
I 67 (di cui, pare, solo 2 “rivoluzionari” e 65 innocenti) vengono dunque trasferiti sulla nave italiana Diciotti. Il trasbordo era inizialmente stato vietato dal Viminale, secondo cui la Vos Thalassa avrebbe dovuto lasciare le operazioni di soccorso alla Guardia Costiera libica. Nella notte tra il 9 e il 10 luglio, il passaggio sulla Diciotti viene finalmente autorizzato, e a questo punto lo sbarco in Italia non può più essere negato: una nave della Capitaneria è a tutti gli effetti suolo italiano. Resta da definire solo il porto di sbarco, che si deciderà essere Trapani.
Chiusi in casa
Il ministro Salvini non si smentisce neanche stavolta, nostro malgrado. Inizialmente vagheggia la chiusura dei porti italiani ad una nave italiana, il che, condivisibile o meno, è contraddittorio e paradossale. Quando si rende poi conto che la sua povera Italia dovrà caricarsi ancora una volta il gravosissimo fardello di 67 disperati, progetta un’operazione di una platealità quasi crudele: i (due) “facinorosi”, di cui pretende nome, cognome e nazionalità, scenderanno dalla Diciotti in manette. Sempre che scendano, perché il ministro non ha ancora concesso l’autorizzazione allo sbarco, e non la concederà “fino a che non avrò garanzia che delinquenti […] finiscano per qualche tempo in galera e poi riportati nel loro paese”.
Baluardo di buonsenso, il ministro Di Maio assicura che la Diciotti sbarcherà in Italia. “È impensabile non far attraccare una nave italiana in un porto italiano”, ha dichiarato, mentre il Ministro dei Trasporti Toninelli proclama l’apertura dei porti italiani ai 67 senza aspettare l’avallo di Salvini.
L’arrivo a Trapani
La Diciotti è dunque giunta a Trapani stamattina, e dopo essere tornata a 2 miglia da terra per breve tempo, è stata fatta attraccare. L’equipaggio e i 67 migranti, però, restano a bordo. “Finché non c’è chiarezza su quanto accaduto io non autorizzo nessuno a scendere dalla Diciotti: se qualcuno lo fa al mio posto se ne assumerà la responsabilità”, ha dichiarato Salvini.
La Diciotti è dunque in attesa, più carcere che nave, con ben poco del suolo italiano che rappresenta. In attesa dell’approvazione di Salvini, per stavolta (e speriamo solo stavolta) ci toccherà guardare ai polsi dei profughi, prima che ai loro volti. Quando scenderanno, se scenderanno.