I qanāt sono uno dei più tecnologici sistemi di trasporto idrico utilizzato per fornire una sicura riserva di acqua per gli uomini. Spesso utilizzati anche per irrigare i campi, i qanāt, furono creati nell’antica Persia e grazie agli scambi commerciali e spesso culturali hanno preso piede anche lungo le località delle vie della seta raggiungendo persino la Cina.
Oggigiorno questa tecnica è ancora utilizzata in particolar modo nei paesi del nord Africa (Libia, Algeria, Marocco) e del Medioriente (Iran, Afghanistan e Pakistan).
I qanāt sono costituiti da una serie di cunicoli simili a pozzi collegati tra di loro con una lieve pendenza che favorisce lo scorrere dell’acqua. Quest’ingegnosa tecnica permette di attingere a una falda acquifera senza pompaggio e dato che il liquido fluisce per gravità può essere trasportata anche a lunghe distanze senza perdere molta quantità.
La realizzazione di un qanāt richiede la manodopera di tre/quattro muqannīs: il primo scavava, il secondo realizzava l’apertura orizzontale, il terzo trasportava il terreno scavato.
In Italia sono presenti diverse strutture di questo genere specialmente in Sicilia ma anche a Roccarainola, Atri, Abruzzo e Bisenti. Proprio alla Trinacria, precisamente a Palermo, i qanāt sono una delle attrattive turistiche più apprezzate e visitate della regione.
Le bellezze del capoluogo siciliano sono infinite e tra i vari patrimoni UNESCO e prelibatezze gastronomiche anche gli scavi ‘underground’ negli ultimi anni sono stati protagonisti del turismo straniero e locale.
Questa rete di scavi e gallerie, costruiti negli anni della dominazione musulmana, si trova nella zona di Corso Calatafimi che nei tempi addietro era un’area costituita da giardini reali, fontane, piante esotiche e residenze estive. Queste atmosfere ‘mille e una notte’ nel XXI secolo sono completamente scomparse cedendo lo spazio agli immensi palazzi cementificati attuali residenze borghesi delle famiglie palermitane.
I qanāt raccontano una storia antichissima tra i meandri oscuri dei sotterranei della città. Spesso queste fonti d’acqua permettevano ai cittadini di godere di un po’ di fresco durante le afose e umide stagioni estive.