La Via della Seta evoca secoli di storia e di cultura.
E’ un insieme di percorsi e rotte commerciali che univa la Cina al vicino Oriente e al Mediterraneo.
Per secoli, km e km erano percorsi da carovanieri pieni di mercanzie (spezie, profumi, pietre preziose e tessuti di seta). Ponte tra Oriente e Occidente, avventurosi mercanti la attraversarono e Marco Polo ne fu l’esponente più famoso.
Dal 1271, a 17 anni, fino al 1289, il giovane veneziano con il padre attraversò molti paesi orientali fino ad arrivare in Cina settentrionale, nel Catai per scoprire e stabilire nuovi rapporti commerciali.
Quando dopo anni tornò a Venezia fu fatto prigioniero dai genovesi in lotta con la Serenissima. Dettò a Rustichello da Pisa tutte le sue memorie su questo affascinante percorso che è la Via della Seta, riassunte nel Libro “Il Milione”.
Aprì gli scambi commerciali con l’Oriente di merci preziose come seta, spezie, pietre preziose, monili e manufatti.
Venezia, nel 1500, diventò un importante centro per l’industria serica e per gli scambi commerciali con l’Oriente.
La Seta
Dove ha origine questo tessuto tanto utilizzato dai nostri stilisti e indossato in tutto il mondo da milioni di donne?
Garze, Crepon, Taffetà, Rasi, Broccati, Velluti, Lampassi, Damaschi, nascono dalla seta che ne costituisce la materia prima.
Nasce in Cina nel 2700 A.C.. Gli antichi romani, nel periodo di Marco Licinio Crasso, riportarono in patria questo prezioso tessuto nella battaglia contro i Parti che avevano gli stendardi proprio di seta.
Non avevano mai visto la seta prima e sapevano che i Seri, cioè i cinesi, fabbricavano questo filato.
Con la seta si realizzavano molte cose oltre agli abiti.
La carta di stracci di seta serviva per scrivere e dipingere.
Si confezionavano lacci di ogni tipo, corde di strumenti musicali, e imbottiture degli abiti invernali.
La lavorazione
Dal 2700 A.C., i cinesi ebbero il primato per la lavorazione della seta.
Dal bozzolo del bruco della farfalla, la “Bombix Mori”, che si nutriva di gelsi, si iniziò ad avviare l’allevamento del baco e si sviluppò l’industria tessile.
I romani non conoscevano la lavorazione di questo raffinato filato, lungo anche chilometri, morbido, lucente e prezioso.
In Cina, inizialmente lo potevano indossare soltanto i nobili, poi fu esteso a chi se lo poteva comperare.
I bachicoltori mettevano in incubazione al caldo le uova di bruco.
I piccoli bruchi venivano nutriti per un mese su graticci di bambù al buio.
Dopo che i bruchi subivano delle mute e si nutrivano voracemente di gelso, le ghiandole del bruco secernavano la sericina, una specie di gomma che si solidificava nell’aria.
Per far sì che il filo fosse lungo, i bozzoli si uccidevano in acqua tiepida e si dipanavano fili lunghissimi, che venivano lavorati con appositi macchinari.
Anticamente i Cinesi non ne rivelavano la lavorazione e punivano con la morte chi esportava i bozzoli e le uova e i segreti di fabbricazione.
Per questo il costo della seta è così elevato, per via di una lavorazione così complessa.
Un tessuto così prezioso e raffinato, non poteva che avere una storia così affascinante e millenaria.