Oggi incontriamo Lucia Esposito, autrice del libro “Il silenzio spezzato”.
Lucia Esposito è nata a Napoli ove vive. Conseguita la maturità classica, si è laureata in giurisprudenza all’università Federico II di Napoli. È un avvocato civilista che insegna diritto ed economia politica alle scuole superiori statali. Ha esordito con il romanzo : “Io, non sono pazza”, pubblicato nel marzo 2011, cui ha fatto seguito nell’aprile 2012 : “Storia di Enza” seconda opera che affronta come la prima, il tema della violenza sulle donne, una delle tematiche preferite dall’autrice. Nel settembre 2012, ha pubblicato il terzo romanzo “Via dell’Abbondanza”. Nel “Silenzio spezzato”, la scrittrice ritorna alle tematiche preferite, narrando, con ritmo serrato e coinvolgente, una straordinaria storia di violenza di genere, purtroppo, ancora molto diffusa nel nostro paese.
- Come è nata la sua passione per la scrittura?
Scrivere non è una passione che mi è nata, io dico sempre che la scrittura è venuta a me come bisogno urgente e irrefrenabile di esprimere il mio dentro, ciò che sento, che preme per uscire senza che io faccia alcunché.
- Che cos’è per Lei scrivere, quali emozioni prova?
Quando scrivo mi astraggo dal mio dolore, mi sento bene, dimentico tutto il male che ho subito e quello del mondo.
- Quando e perché ha deciso di intraprendere la carriera di scrittore?
Ripeto, non ho deciso di diventare scrittrice, è accaduto in modo naturale e senza che io ci abbia mai pensato, infatti quando mi rileggo, stento a credere di averlo scritto io.
- Di solito trae ispirazione da fatti accaduti realmente o è tutto frutto della sua fantasia?
Mi piace descrivere storie reali e mi piace scrivere la verità, però a volte lavoro anche di fantasia.
- Le sue opere raccontano la violenza sulle donne. Crede che non siano abbastanza tutelate?
La realtà quotidiana col suo bollettino di donne morte ammazzate ci fa capire che le donne non sono affatto tutelate come meritano e dovrebbero essere.
- Lei è anche competente in materia di legge, pensa che manchino le leggi per tutelare le donne?
Le leggi che ci sono, per me, non sono quelle giuste, e io le riformulerei poiché sono in disaccordo con tutta la normativa che, tra l’altro, non solo è carente, ma non è applicata nemmeno come dovrebbe, e inoltre ci vorrebbe maggiore sensibilizzazione al problema, e maggiore preparazione ad affrontare queste situazioni. Meno chiacchiere e più fatti concreti.
- “Il silenzio spezzato” è quello che tra i suoi libri ha ricevuto più riconoscimenti. Secondo Lei cos’hai più degli altri?
Credo che ‘Il Silenzio spezzato’ abbia avuto il merito di sceverare le dinamiche della violenza in modo preciso e puntuale, e di avere narrato non la storia di una vittima di violenza, ma di tutte le vittime di violenza, in modo da rendere edotti , non solo chi vive la violenza, ma anche chi è vicino ad una vittima di violenza, delle situazioni gravissime in cui versano le donne abusate, mostrando inoltre le conseguenze possibili a causa di un simile scenario che finiscono sempre per coinvolgere pure i figli. Inoltre ha sfatato il tabù: ‘ i panni sporchi si lavano in famiglia’, perché questi panni sporchi non riguardano una famiglia soltanto, ma riguardano tutte le famiglie non sane a causa di individui abusanti al loro interno, di cui, purtroppo, parte della società si compone.
- Sta per uscire il suo primo libro di poesie “Cuore di donna…Lacrime in versi”, vuole darci un’anticipazione?
Anche la poesia, come la prosa, è venuta a me, prima avevo sempre disdegnato questa forma espressiva, ma, all’improvviso, ho sentito l’esigenza di esprimere i miei sentimenti in forma lirica, per cui ne ho scritte moltissime in poco tempo. Mi è stato consigliato da una mia amica, docente di italiano e latino al liceo, di raccoglierle perché lei le trovava belle, e così ho seguito il suo consiglio. Anche in queste poesie ci sono i sentimenti e il cuore di una donna che esprime tutta se stessa senza infingimenti, consegnandosi al lettore nella sua più intima interiorità.
- C’è un motto, una frase o un aforisma che potrebbe caratterizzarla?
Un motto che mi caratterizza è quello che ho messo anche nel libro di poesia: ‘Alto è il lamento di chi ingiustizia subisce’, perché ritengo che sia una delle esperienze più atroci e drammatiche il vedersi negare la Giustizia da parte di chi è preposto a darla, e constatare, anzi, tutto sovvertito, in modo aberrante, da insensate decisioni giudiziarie.
- Cosa reputa fondamentale nella sua vita?
Nella mia vita reputo fondamentali: il rispetto per le persone, l’onestà morale, e la dignità che si deve cercare di non perdere mai.
Saluto Lucia Esposito e la ringrazio per l’intervista che ci ha gentilmente concesso.