“Ti ho sognata come un fiore, il seme di un bucaneve, di un piccolo fiore fragile, sottile e delicato che si abbraccia giorno dopo giorno a timidi raggi di sole e con la forza della sua giovane vita dalla neve fiorisce.”
Guardavo Brigitte e mi domandavo che cuore serbasse in petto, sentendo il calore delle sue mani mentre mi aggiustava una ciocca di capelli scivolata fuori posto.
“Come quel fiore sei avvolta in un mantello bianco e affronti il tuo lungo inverno. Giorni di gelo e di tempesta, di buio e freddo interminabile, ma la purezza della neve ti rende più candida e pura, più forte e apparentemente docile. Fede e tenacia. Il tuo stelo verde si rafforza.”
Stava accadendo qualcosa di strano, perché osservavo gli occhi di Brigitte illuminarsi d’un bagliore mai visto prima. Avevamo conversato a lungo in passato, ma mai, dico mai, l’avevo vista guardarmi in quel modo.
Eravamo sole, aveva preso un cesto di fiori e mi aveva spinto con delicatezza fino al retro del negozio. Avevo fatto in tempo solo a voltarmi per un’occhiata al giacchino giallo di lana mohair che avevo lasciato su una sedia, e che adesso mi salutava con una irriverente strizzatina dei suoi occhietti/botton-boule.
In quel negozio ero approdata come una nuova primavera in preda ai turbinii di continui temporali… ma l’ambiente profumato, i mille e più colori, il calore umido e le parole di Brigitte allentavano le redini.
“Sai Sofia, il bucaneve è un fiore solitario e impara da solo i suoni della sua stagione e li offre al cielo.“
Poggiato il cesto che stava preparando prese due fiori e me li sistemò tra i capelli aggiustandoli qua e là.
La sentivo sussurrare parole come una ninna nanna alla quale lasciarsi andare senza paura.
“Aspetta la primavera e sogna di gioire con altri fiori per regalare al mondo la poesia d’una speranza.”
Le pillole sono illustrate da Nadia La Moretti di Lamorettillustration