Morgan: Origini della dinastia Morgan
Un’ottima ed informale ricostruzione della genealogia antica della famiglia è rintracciabile sul sito Morgan Family Genealogy.
D’altra parte, se la storicità del personaggio Re Artù sembra ancora un vero cruccio per gli studiosi (vedi ad esempio il n.42 della rivista Storica, National Geographic, agosto 2012); è certo che gli esponenti più importanti della famiglia Morgan occuparono un ruolo di primo piano nella storia britannica ed americana.
I Morgan nel 1400
Da fine Trecento signori di Tredegar e di Killsaint – nella contea gallese di Camarthen, proprio dove, secondo la leggenda, nacque Artù. I morgan ottennero importanti riconoscimenti da parte della corona inglese grazie a Sir John Morgan, nominato Cavaliere del Santo Sepolcro a Gerusalemme intorno al 1448. John fu un deciso sostenitore di Enrico Tudor e quando, alla fine della Guerra delle due Rose, quest’ultimo salì al trono come Enrico VII; egli fu subito elevato al rango di Sceriffo (governatore) di Wentloog Newport nonché Lord Steward della contea di Machen.
Questi territori erano pieni di giacimenti minerari ed alimentarono notevolmente le ricchezze di famiglia. Nel 1490 John Morgan fece iniziare i lavori della Tredegar House, imponente residenza che – nonostante i successivi rifacimenti – conserva ancora oggi un’ala originaria in pietra.
I Morgan nel 1500
I figli ed i nipoti di John accrebbero le proprietà di famiglia, facendo costruire altri grandi residenze, come il Castello di Pencoed, nella contea di Gwent, voluto dal nipote di John, lo sceriffo e membro del Parlamento inglese Thomas Morgan (1534-1603). Thomas fu – tra l’altro – antenato del leggendario Morgan il Pirata (1635-1688), corsaro, uomo politico e Governatore della Giamaica.
I Morgan nel 1600
Da metà Seicento i Morgan furono nobilitati col titolo di Lords Tredegar.
Una nipote di Thomas, Elizabeth Morgan (1583-1638), sposò in seconde nozze William II Morgan, che discendeva da un altro ramo della famiglia, meno antico e meno nobile, proveniente dal Glamorganshire. Così i Morgan cominciarono a sposarsi tra loro.
Tra i discendenti più illustri di questa unione la Principessa Diana Spencer (1961-1997) – sfortunata moglie del Principe Carlo di Inghilterra – nonché il tredicesimo Presidente degli Stati Uniti Millard Filmore (1800-1874), l’attore Humphrey Bogart (1899-1957), ma soprattutto il leggendario banchiere John Pierpont Morgan (1837-1913).
I Morgan nel 1700
Dal 1792 i Morgan sarebbero diventati Baronetti, poi Baroni e, dal 1905, Visconti. In quell’anno, in realtà, il ramo inglese maschile della dinastia si sarebbe estinto con la morte di John Morgan (1741-1792).
Sir Charles Gould (1726-1806), nobile parlamentare, giudice e acerrimo rivale di William Pitt, avrebbe sposato la sorella di John, Jane Morgan, acquisendone il cognome, ottenendo l’intero patrimonio della famiglia e diventando così uno degli uomini più ricchi di Inghilterra (vantando una rendita annuale di circa 11.000 sterline).
I Morgan in America
Ma procediamo con calma. I tre figli di Elizabeth e William II – a causa della difficile situazione in cui si trovava l’aristocrazia inglese, che di lì a poco sarebbe stata sconfitta dalla Rivoluzione di Oliver Cromwell (1599-1658) – emigrarono in America partendo da Bristol nel 1636.
Tra loro c’era il famoso eroe Miles Morgan (1616-1699), che durante la traversata si innamorò della giovane Prudence Gilbert (1616-1660), discendente dalla nobile ed antica famiglia dei Gilbert che poteva vantare illustri esponenti come Sir Humphrey Gilbert (1539-1583), importante membro del Parlamento inglese ed esploratore (conquistatore dell’isola di Terranova), al servizio della Regina Elisabetta.
Miles e Prudence sbarcarono a Boston. Si stabilirono nel Massachussets, ove Miles partecipò a diverse spedizioni militari contro gli indiani agli ordini del generale William Pynchon (1590-1662). Il fortino di Miles fu attaccato dai nativi nel 1675
Gli inglesi lo difesero eroicamente e Miles – che in quella battaglia perse un figlio, il venticinquenne Pelatiah – si guadagnò la nomea di eroe. Fu immortalato con una celebre statua in bronzo che, ancora oggi, campeggia nella Piazza del Tribunale di Springfield.
L’attacco di Springfield fu un momento molto cruento e drammatico della cosiddetta Guerra di re Filippo, e portò ad una grave rottura dei rapporti tra nativi e coloni inglesi, sfociata nel conseguente massacro di più dell’ottanta per cento degli indiani d’America.
Connessione “deep state”
Morgan, Grenfell & Co. era una delle principali banche di investimento con sede a Londra, considerata una delle banche mercantili britanniche più antiche e una volta più influenti.
Grenfell Tower è un edificio residenziale a 24 piani danneggiato dal fuoco a North Kensington a Londra, Inghilterra. All’inizio del 2018, la torre è stata progettata per essere demolita e sostituita da un monumento ai morti nel fuoco. Fu completato nel 1974, come parte della prima fase della Lancaster West Estate.
La torre prese il nome da Grenfell Road che correva a sud dell’edificio. La stessa strada prende il nome dal feldmaresciallo Lord Grenfell (1841-1925), un alto ufficiale dell’esercito britannico)
Chi è J.P. Morgan?
Il finanziere, collezionista d’arte e filantropo John Pierpont Morgan, meglio noto come J.P.Morgan, nacque il 17 aprile 1837 a Hartford, nel Connecticut.
Figlio di un banchiere, Junius Spencer Morgan (1813–1890), Morgan entrò nell’azienda di famiglia e divenne uno dei finanzieri più famosi della storia. Dopo aver lavorato per suo padre, ha fondato la sua società di private banking nel 1871, che in seguito divenne nota come J.P. Morgan & Co.
La sua società divenne una delle principali società finanziarie del paese. Era così potente che persino il governo degli Stati Uniti cercò aiuto nell’impresa per la depressione del 1895. La compagnia aiutò anche a contrastare la crisi finanziaria del 1907.
Durante la sua carriera, la sua ricchezza, il suo potere e la sua influenza hanno attirato molti controlli da parte dei media e del governo.
Morgan 1800
Alla fine del 1800 e anche dopo la fine del secolo, gran parte delle industrie del paese erano nelle mani di alcuni potenti leader, in particolare Morgan. È stato criticato per la creazione di monopoli rendendo difficile per qualsiasi azienda competere contro la sua.
Morgan ha dominato due settori in particolare: ha contribuito a consolidare l’industria ferroviaria in Oriente e ha costituito la United States Steel Corporation nel 1901. Un materiale cruciale nella vasta crescita della nazione, U.S. Steel è diventato il più grande produttore mondiale di acciaio.
Il governo, preoccupato per il fatto che Morgan avesse creato un monopolio nell’industria siderurgica, nel 1911 presentò causa contro la società. L’anno seguente, Morgan e i suoi soci divennero oggetto di un’indagine congressuale da parte del Comitato Pujo nel 1912.
La Vita privata di JP Morgan
Morgan aveva molti interessi oltre il mondo bancario. Gli piaceva la vela e ha partecipato a numerose gare di yacht dell’America’s Cup. Era un appassionato collezionista d’arte, creando una delle collezioni più significative del suo tempo.
In seguito ha donato la sua collezione d’arte al Metropolitan Museum of Art e la sua collezione di opere scritte alla Morgan Library, entrambe a New York City.
Il primo matrimonio di Morgan con Amelia Sturges fu breve. Morì pochi mesi dopo il loro matrimonio del 1860. Cinque anni dopo, Morgan sposò Frances Tracy.
La coppia ebbe quattro figli: John Pierpont Jr., Louisa, Juliet e Anne. Morgan morì il 31 marzo 1913, a Roma, in Italia. Al momento della sua morte, è stato salutato come un maestro delle finanze.
Alcune considerazioni su J P Morgan
Oggi Morgan è considerato uno dei principali uomini d’affari d’America ed è accreditato per aver contribuito a plasmare la nazione in quello che è oggi…
L’ebreo John Pierpont Morgan costruì la sua fortuna con la costruzione delle ferrovie del sud-est, speculando con materiali dello stato e creando di lì a pochi anni la Drexel and Morgan Company che si sarebbe convertita in una delle principali compagnie d’affari del mondo.
Successivamente espandendo il suo impero Morgan costituì la United States Steel Corporation alla quale fece seguito la International, compagnia mercantile tra le più influenti nei traffici tra le due sponde dell’Atlantico.
Diventò in pochissimi anni noto come il re dell’acciaio. Membro di quella aristocrazia del denaro che di lì a pochi anni avrebbe dominato completamente la vita economica e finanziaria degli Stati Uniti.
Nello stesso periodo (quello della guerra civile americana nda) il banchiere John Pierpont
Morgan, principale agente trapiantato in America del ramo inglese della famiglia Rothschild, cominciò ad investire immensi capitali nel finanziamento di compagnie ferroviarie, finendo col monopolizzare la produzione americana di ferro e acciaio. Il principale difensore degli interessi di Morgan in Senato era Nelson Aldrich.
I Morgan e i Rockefeller
I Morgan e la FED
Sulle vicende che porteranno all’istituzione della Federal Reserve, la principale banca
d’emissione americana, avremo senza dubbio occasione di parlare più specificamente nel corso del presente capitolo.
Basterà ricordare che, quando venne varato il Federal Reserve Act, i principali uomini d’affari dell’oligarchia si spartirono le principali istituzioni destinate a sorvegliarnè regolarità e funzionamento.
Nell’ordine si trattava di:
- Paul Warburg che entrò nel primo Federal Reserve Board – il consiglio direttivo che controllava il cosiddetto Federal Reserve System
- Benjamin Strong, uno degli uomini del banchiere Morgan, fu il Primo Presidente della Federal Reserve Bank di New York.
La nascita della Banca Centrale
Negli USA la centralizzazione del sistema di emissione, attuata attraverso l’istituzione della
Federal Reserve, avvenne quando un terzo dell’oro del mondo era già entrato nel suo sistemafinanziario.
I cospiratori di Jekyl Island – Rockfeller, Rothschild, Warburg, Schiff, Kuhn, Loeb,
Baruch, Morghentau, Perkins e i loro agenti Morgan, Aldrich, Strong, Venderlip, House –
insieme a tutti gli esponenti della nuova oligarchia del denaro – erano perfettamente consapevoli dell’importanza strategica del loro obbiettivo: chi governava l’oro d’America poteva dominare il mondo.
Dal canto suo l’altro ebreo Cornelius Vanderbilt, il primo della dinastia, si arricchì grazie alle concessioni che ottenne dallo stato per la costruzione delle ferrovie del’ovest e attraverso sovvenzioni ufficiali che ottenne dalle compagnie di navigazione dell’atlantico.
Per sua parte Jay Gould, privo di scrupoli, speculò con il monopolio della rete ferroviaria. Meyer Guggerheim, arrivato dalla Svizzera, fece fortuna nello sfruttamento delle miniere e nella raffinazione del rame, e assieme ai suoi quattro fratelli fondò la Philadelphia Smelting and Refining Company.
La sua dinastia’approfittò di dichiarate e influenti manovre di astuti politici che permisero ai
Guggerheim di estendere il loro impero anche ai ricchi giacimenti d’oro dell’Alaska, di stagno in Bolivia, di rame in Cile.
La Guerra di Secessione
La Guerra di Secessione (1861/1865) fu un fiume in piena per le casse dell’oligarchia ebraica, la quale accrebbe le proprie fortune sfruttando ampiamente il campo libero lasciato dalle fazioni in lotta.
Mentre il popolo e i governanti degli Stati Uniti d’America erano impegnati in una lunga e estenuante Guerra Civile l’oligarchia ebraica sfruttava cinicamente il contenzioso bellico, parteggiando ora per l’uno ora per l’altro tra i due contendenti.
Lo stesso Abraham Lincoln, per finanziare le proprie campagne elettorali, dovette accettare il prestito con interessi del 36% che gli venne concesso dai finanzieri ebrei di Wall Street. Sembra che, l’episodio del prestito, avesse fatto nascere forti sospetti nello stesso Lincoln il quale avrebbe pianificato una serie di articoli legislativi per porre bruscamente un freno alla speculazione bancaria e finanziaria dell’oligarchia.
Come tutti sanno Lincoln venne assassinato, così come il suo assassino John Wilkes Both il quale avrebbe rivelato il nome del vero mandante, l’ebreo Judah F. Benjamin, che sarebbe stato dietro all’attentato.
J. P. Morgan Italia a Milano
Da oltre 150 anni J.P. Morgan Private Bank è la banca privata di riferimento per gli individui e famiglie con grandi patrimoni.
Leader globale nel settore del private banking, è presente in Italia dal 1991 e dal 2002 è guidata da Riccardo Pironti. Oggi può contare, nella sua sede di Milano, su 12 banker, un team di 10 portfolio manager, un wealth advisor e una persona dedicata alle soluzioni di finanziamento.
Pablo Garnica è CEO di di J.P. Morgan Private Bank per l’Europa, Medio Oriente e Africa.
J.P. Morgan in Israele
«Ci siamo impegnati a servire i clienti in Israele dagli anni ’60 e abbiamo aperto il nostro primo ufficio israeliano nel 2000. Con sede a Tel Aviv, la nostra leadership nel paese si estende attraverso servizi bancari di investimento, gestione patrimoniale, private banking e servizi di tesoreria e titoli.»
La Banca J. P. Morgan in Europa
Come possiamo leggere dai canali ufficiali:
«J.P. Morgan opera in Europa da quasi 200 anni e vanta una sofisticata presenza sul mercato locale in Europa, Medio Oriente e Africa (EMEA). All’interno della regione, J.P. Morgan ha una base clienti senza pari e una leadership in tutto lo spettro dei prodotti di servizi finanziari. La sede centrale regionale di Londra è completata da una forte presenza regionale, con uffici in tutti i principali centri finanziari.»
E ancora:
«A livello globale, attraverso la JPMorgan Chase Foundation, effettuiamo investimenti filantropici nelle città in cui operiamo in modo importante, aiutando le persone svantaggiate aiutandole a costruire una vita migliore per se stessi, le loro famiglie e le loro comunità. In EMEA, l’azienda concentra i suoi investimenti e la sua attenzione su tre pilastri: sviluppo economico, responsabilizzazione finanziaria e prontezza della forza lavoro.»
La filantropia
Per quanto riguarda le attività filantropiche, i miliardi distribuiti in beneficienza dalla J. P. Morgan sono svariati. Sempre dai canali ufficiali sappiamo che:
«J.P. Morgan è un leader globale nei servizi finanziari, offrendo soluzioni alle più importanti società, governi e istituzioni del mondo in oltre 100 paesi. Come annunciato all’inizio del 2018, JPMorgan Chase distribuirà $ 1,75 miliardi di capitale filantropico in tutto il mondo entro il 2023. Conduciamo anche attività di servizio di volontariato per i dipendenti delle comunità locali utilizzando le nostre numerose risorse, comprese quelle che derivano dall’accesso al capitale, economie di scala , portata globale e competenza»
J.P. Morgan e la “cultura di massa”
Nel 1912 il famoso affondamento del RMS Titanic, di proprietà della controllata White Star Line, procurò un disastro finanziario alla holding IMMC, finanziata dalla JP Morgan & Co. La Banca fu poi oggetto, dopo la sua morte, di un ridimensionamento di attività grazie al Glass–Steagall Act, separando le sue gestioni di investment-banking nella Morgan Stanley.
La JP Morgan vive ancora sotto il nome di JPMorgan Chase & Co., dopo che, nel 2000, si è fusa con la Chase Manhattan Bank.
Arte e collezionismo
Fu un collezionista d’arte, di libri e di pietre preziose. La maggior parte dei suoi pezzi fu donata o prestata al Metropolitan Museum of Art di New York, e poi raccolta alla Pierpont Morgan Library.
Orgoglioso del suo cognome, perché era il medesimo del famoso bucaniere Henry Morgan, Morgan chiamò tutti i suoi panfili con nome Corsair.
Viene citato, insieme a Re Mida e a Mecenate, ne «Il grande Gatsby», il romanzo di Francis Scott Fitzgerald, in cui il coprotagonista Nick compra alcuni libri di economia con l’intento di «unfold the shining secrets», cioè aprire i segreti apportatori di lucro che i tre personaggi sopra citati conoscevano.
Nel film A Royal Weekend del 2012, il presidente Franklin Delano Roosevelt (interpretato da Bill Murray), riporta una battuta ove cita Morgan
“In vita mia ho conosciuto solo tre americani: Joe Kennedy, J.P. Morgan e Fred Astaire!”
J. P. Morgan e i Rapporti “Pontifex” con l’Italia Imperiale del ramo Lombardo.
Il principe Moroello Diaz Della Vittoria Pallavicini e suo fratello il principe Sigieri Diaz Della Vittoria Pallavicini sono membri di spicco del cartello bancario internazionale e i principali proprietari del cartello armeno con alcuni interessi finanziari nella famiglia lucchese.
I Pallavicini hanno una filiale austriaca e anche una filiale ungherese che gestisce alcuni clan slavi-serbi. I Pallavicini sono nobili di Milano, Roma, Vienna e Genova. I genovesi furono i banchieri più dominanti per secoli. Finanziarono la creazione di quella che oggi è chiamata la Bank of America.
Il Principe Sigieri Pallavicini ha lavorato con Merrill Lynch dichiarato sul suo profilo aziendale per Athena Investments e Bank of L’America possiede Merrill Lynch. I Pallavicini investono in famiglie per l’altra Nobiltà Nera.
Il principe Moroello e il principe Sigieri hanno lavorato in varie banche internazionali e creato Global Wealth Management Gwm, una società di investimento privata in Italia, Malta, Svizzera e Lussemburgo e, insieme a JP Morgan, nel dicembre del 2019 hanno acquistato più edifici di cui uno di fronte all’ambasciata americana A Roma.
Il principe Imam Yahya Sergio Yahe Pallavicini e il Papa Bergoglio si incontrano in diverse occasioni riservate.
J.P. Morgan e la Criptofinanza Bitcoin
Il boss di JP Morgan Chase una volta definiva il bitcoin una “frode”, ora la banca ha emesso dal 2008 la propria criptovaluta.
Jamie Dimon una volta definiva il bitcoin una “frode”, ma ora sta guidando la spinta di Wall Street nelle criptovalute.
JPMorgan Chase, il colosso bancario guidato da Dimon, secondo quanto riferito iniziò a emettere valute digitali simili a bitcoin chiamate “monete JPM” ad altre istituzioni e investitori accreditati, rendendola la prima grande banca a emettere la propria forma di moneta digitale.
Il capo di JP Morgan Chase Jamie Dimon passa dallo scettico bitcoin allo spintore.
Le monete JPM varrebbero un dollaro ciascuna e sarebbero ampiamente utilizzate per accelerare transazioni, insediamenti e servizi di tesoreria, ha detto a CNBC Umar Farooq, capo dei progetti blockchain di JPMorgan.
“Quindi tutto ciò che esiste attualmente nel mondo, mentre si sposta sulla blockchain, questa sarebbe la gamba di pagamento per quella transazione”, ha detto Farooq al punto vendita.
JP Morgan diventerà la prima grande banca a emettere la propria forma di moneta digitale.
La banca prevedeva di iniziare a testare le monete, limitata a una piccola fetta di $ 6 trilioni nelle transazioni giornaliere e nei movimenti di fondi, ha detto CNBC.
Quando J.P. Morgan aveva demonizzato il Bitcoin
Nel 2017, Dimon è stato uno scettico vocale del bitcoin, definendolo “stupido” oltre che fraudolento. Dimon ha promesso di licenziare tutti i suoi trader sorpresi a scambiare la valuta digitale.
“Non classificherei così in alto nella categoria delle cose importanti nel mondo “
ha detto lo sfacciato banchiere miliardario nel 2017.
Da allora, il CEO della banca si è scusato per averlo definito una frode e ha affermato che la tecnologia alla base del bitcoin, chiamata blockchain, aveva applicazioni reali per il settore finanziario.
Le grandi istituzioni di Wall Street furono diffidenti nei confronti dell’utilizzo della tecnologia blockchain, che è relativamente non testata e può essere costosa e difettosa.
Mentre secondo quanto riferito Goldman Sachs ha accantonato un desk di criptovaluta, banche come Citigroup hanno investito molto su come utilizzare la tecnologia blockchain e la situazione attuale rivela scenari di ampliamento ed implementazione delle infrastrutture bancarie di diversi paesi con l’ausilio di tecnologie molto più veloci e sicure.
J. P. Morgan e l’integrazione razziale
JPMorgan Chase sta rendendo obbligatoria la formazione sulla diversità per tutti i dipendenti e presterà maggiore attenzione ai reclami dei dipendenti, secondo quanto riferito dal New York Times.
La più grande banca della nazione amplierà anche il team di reclutamento che assume persone di colore. Farà uno sforzo maggiore per assumere i fornitori gestiti da minoranze e lavorare di più per fornire ai clienti l’accesso alla sua gamma completa di prodotti. Ad affermarlo sono Gordon Smith e Daniel Pinto, che hanno guidato JPMorgan Chase mentre il CEO Jamie Dimon si è ripreso da un intervento al cuore.
Il punto elenco sull’accesso sembrava essere un riferimento diretto a un’istanza in cui un ex giocatore della NFL, che era nero, affermava di essere stato allontanato dal programma di clienti privati della banca a causa della sua razza. La banca ha dovuto affrontare un contraccolpo dopo che il New York Times ha riportato l’incidente a dicembre.
“Abbiamo identificato una serie di aree che, con una programmazione o processi avanzati, scalati o nuovi, servirebbero a migliorare la nostra cultura in modi importanti”,
hanno scritto Smith e Pinto.
Breve immersione:
Una causa legale avviata martedì sostiene che JPMorgan Chase ha discriminato i suoi banchieri personali neri assegnandoli a filiali a basso rendimento o a basso reddito.
La pratica della banca di “gara aperta e governo razziale” mette i banchieri neri in fila per una retribuzione più bassa, meno opportunità di avanzamento e più problemi di sicurezza rispetto alle loro controparti bianche. La querelante Angela Dunn, che è nera e ha lavorato come banchiere personale per l’azienda dal 2011 al 2019. Ha presentato denuncia presso il tribunale distrettuale degli Stati Uniti per il distretto orientale della Louisiana.
Dunn è alla ricerca di arretrati, indennità anticipate, prestazioni passive, danni compensativi e punitivi per se stessa e per i banchieri personali neri a livello nazionale che sono stati soggetti alle presunte politiche discriminatorie della banca negli ultimi quattro anni.
Vuole che un giudice ordini alla banca di essere monitorata per il rispetto delle leggi anti-bias, di porre fine alle politiche in questione e di incaricare la formazione sulla diversità per i dipendenti.
Dive Insight:
Le accuse di discriminazione razziale non sono nuove per la più grande banca della nazione.
JPMorgan Chase nel 2018 ha pagato $ 24 milioni per risolvere un caso con pretese simili a quelle di Dunn, vale a dire che la banca ha assegnato consulenti finanziari bianchi a filiali più benestanti e opportunità limitate per consulenti neri.
La banca ha anche preso calore a dicembre dopo che il New York Times ha pubblicato una storia in cui un ex giocatore della NFL, che è nero, afferma di essere stato allontanato dal programma di clienti privati della banca a causa della sua razza.
Il programma per clienti privati, riservato a clienti che detengono più di $ 250.000 con la banca, è stato in primo piano nella causa di Dunn.
Dunn ha affermato che il programma è offerto solo in determinate località – di solito più ricche – e sproporzionatamente assente da comunità prevalentemente afroamericane verso le quali sono diretti i banchieri personali afroamericani.
Ciò esclude i banchieri neri dall’accesso a clienti con un patrimonio netto più elevato, limitando il potenziale di reddito dei banchieri neri, afferma Dunn.
Dunn ha detto che le è stata ripetutamente negata la promozione per le posizioni manageriali. Ad un certo punto la banca comunica a un altro dipendente, che è bianco, che veniva selezionato per la posizione.
Dunn ha anche detto che il suo supervisore ha inviato i suoi messaggi di testo con sfumature razziali. Le filiali di Chase nel quartiere di Dunn sono state derubate almeno tre volte da quando è stata assunta nel giugno 2011.
Morgan, il Titanic e il segreto della Federal Reserve
La storia è molto più assurda di quanto si pensi.
Se per molto tempo si è parlato di una vera truffa alle compagnie di assicurazione, messa in piedi dai costruttori del Titanic, oggi possiamo dire che questo disastro si intreccia con il segreto della Federal Reserve.
Il Titanic doveva affondare perché con esso sarebbe andato negli abissi anche il segreto della Federal Reserve e coloro che avrebbero voluto impedire che i Banchieri si riunissero per appropriarsi del sistema monetario e soggiogare gli Stati nazionali.
Morgan Titanic: alla base della nascita della FED
Facciamo dunque qualche passo indietro, e torniamo al 1910, quando sette uomini, i Banchieri più potenti del mondo, si incontrarono sull’Isola di Jekyll. L’intento era quello di progettare la costituzione della Federal Reserve Bank.
- Nelson Aldrich e Frank Valderclip rappresentavano l’impero finanziario dei Rockefeller
- Enric Davidson, Charles Norton e Benjamin Strong rappresentavano J.P. Morgan
- Paul Warberg rappresentava i Rothschilds, la dinastia Tecnica bancaria dell’Europa, che erano anche gli agenti tecnici bancari del Vaticano in quanto gestivano la ricchezza della Chiesa Cattolica.
I Morgan, i Rothschilds ed i Rockefeller erano delle famiglie tra di loro concorrenti. Si accordarono per costruire il cartello tecnico bancario e nazionale definito il Sistema della Federal Reserve adescando, con una tale facilità e con i soldi facili, gli uomini allora al governo.
Volevano infatti creare il cartello sull’emissione di moneta, come carte valori rilasciate a fronte del deposito di oro e argento, estendendo alle riserve auree nazionali ciò che già facevano privatamente in quanto banchieri e finanziatori delle grandi compagnie industriali.
Successivamente si sarebbero impadroniti di questi depositi annullando la convertibilità e mettendo in circolazione moneta che non avesse una reale riserva alla base.
Come funzionava prima della FED?
Esistevano fino al 1912 i “dollari oro” e i “dollari argento“.
La valuta di un Dollaro d’Argento dava diritto al riscatto del deposito di un’oncia d’argento presso il Tesoro degli Stati Uniti. I “Dieci Dollari” d’Oro, mezza oncia di metallo giallo.
Alla fine del 1913 il governo degli Stati Uniti emise il decreto con cui fu ufficializzato l’Atto di costituzione della Federal Reserve, sottraendo il potere di pubblicare moneta al Tesoro degli Stati Uniti per conferirlo alle banche private che avevano dato vita, nel 1910, ad una vera e propria Banca Centrale.
Nel 1914, la Banca di Londra eliminò la convertibilità delle valute con l’oro dopo che la Gran Bretagna prese parte alla Prima Guerra Mondiale, sulla spinta politica dei Rothschilds.
Tra i sette Banchieri riuniti sull’isola di Jekyll, tre tra i più potenti erano contrari alla costituzione di un cartello. Erano convinti che l’azione che avrebbe portato alla cancellazione del sistema monetario basato sulla convertibilità fosse deleteria. Volevano conservare un sistema monetario flessibile, che avrebbe dato vita ad una moneta a credito dello Stato.
- Benjamin Guggenheim, Isa Strauss e John Jacob Astor erano indiscutibilmente gli uomini più ricchi del mondo e volevano usare la loro ricchezza e il loro potere per opporsi alla I Guerra mondiale.
I Banchieri dunque, per realizzare la Federal Reserve e poi combattere una guerra mondiale per indebitare gli Stati e appropriarsi della loro ricchezza, dovevano eliminare questo insormontabile ostacolo. Per farlo forse hanno utilizzato uno dei mezzi più assurdi concepibili dall’uomo.
Guggenheim, Strauss e Astor erano infatti i passeggeri più illustri del Titanic, la nave che stava costruendo la White Star Lines, in un cantiere navale di Belfast. Morgan acquistò la White Star Line e ordinò la costruzione di un palazzo lussuoso galleggiante e non di un semplice transatlantico.
Il capitano del Titanic
Il Capitano del Titanic era Edward Smith, che la mattina della partenza della nave, ricevette l’ordine di affondare il Titanic, di trascinare negli abissi tutti e nascondere ogni prova.
Il Capitano Smith aveva percorso le acque del Nord Atlantico per oltre 26 anni, era il capitano più esperto del mondo per la navigazione in quelle acque polari. Durante la navigazione spinse ad una velocità di 22 nodi tra la nebbia il transatlantico che si andò così a scontrare con un enorme iceberg.
Intenzionalmente le scialuppe all’interno della nave erano poche: proprio per portare in salvo solo donne e bambini, e lasciar morire gli uomini e la gente più umile. Insieme alle centinaia di persone dei ceti più bassi persero la vita anche gli uomini più ricchi del mondo, e così ogni speranza di boicottaggio della Federal Reserve.
Ironia della sorte, il Titanic conserva ancora il grande tesoro dei dollari d’argento e d’oro. Non si tratta di monete debito, ma la prova di un accordo equo tra controparti ritenute uguali. Una promessa solenne dell’emittente che, all’esibizione di questa ricevuta, rimborsava una somma uguale di metallo prezioso, in virtù di una prassi finanziaria etica e trasparente della Banca e del Governo.
Il 14 Aprile 1912 il Titanic colpì un iceberg, e nel dicembre del 1913, il governo degli Stati Uniti diede il via libera al Federal Reserve System che divenne il sistema monetario ufficiale.
Plutocrazia Imperiale ed Istituzione della FED e la regia Morgan
I monopoli, saldamente nelle mani degli ebrei, sfruttavano la legge della domanda e dell’offerta provocando artificiali alti e bassi nei prezzi dei beni di prima necessità e soprattutto nel mercato azionario e nella Borsa di Wall Street. Avvenne così che il famoso Venerdì Nero della principale borsa mondiale, quella di New York, venisse pianificato a tavolino e diretto dai magnati della finanza dei gruppi Gould, Fisk, Vanderbilt e altri che realizzarono immense speculazioni sulle spalle dei medi e piccoli investitori.
Durante la Guerra di Secessione come già accennato l’oligarchia ebraica accrebbe le proprie fortune e dopo il crack fittizio della borsa di New York la Abraham Seligman and Company di San Francisco arrivò sulla costa orientale ampliando le proprie filiali da New York alla Florida e estendendosi all’Europa.
Il gruppo che faceva capo a Abraham Seligman fu il principale sponsor del Gen. Ulis se Grant, frammassone di rito scozzese e presidente degli Stati Uniti dal 1869 al 1877.
Abraham Kuhn e il suo socio Salomon Loeb, da parte loro, fondarono a New York una società bancaria che si sarebbe interessata dei principali investimenti collegati allo sviluppo della rete ferroviaria.
Alte attività
Successivamente estesero la loro attività inserendosi nella American Smelting and Refining Association, alla Westinghouse Electric, alla Western Union Telegraph e alle compagnie d’assicurazioni. Già a metà del loro cammino, e avviate numerose e floride attività finanziarie, trovarono un nuovo socio nella persona di Jacob Schiff. Si tratta del principale finanziere dietro le quinte della Rivoluzione Bolscevica nella Russia zarista.
Secondo John Schiff, nipote di Jacob, la sola Kuhn and Loeb contribuì con 20 milioni di
dollari dell’epoca al trionfo del bolscevismo in Russia (New York Journal-American del
3/02/1949). Max Warburg, invece rispediva Lenin in Russia dalla Svizzera su di un vagone
piombato, con una dotazione in oro per un valore calcolato in tranta milioni di marchi.
L’inizio della collaborazione con i Rockefeller
In America andò ad operare inoltre John Davidson Rockfeller. Quest’ultimo riuscì a creare dal nulla il trust dell’industria petrolifera sotto l’insegna del colosso della Standard Oil Company. Assieme a queste attività anche lo sfruttamento di miniere e l’apertura di fondazioni di natura filantropica.
Il caso dei Rockfeller assume particolare interesse proprio per la metodologia e lo sfacciato
cinismo con il quale l’oligarchia assumeva i posti chiave del nascente capitalismo statunitense.
“I Rockfeller sono la personificazione del Potere permanente della nazione: i governi cambiano, l’economia fluttua, le alleanze si spostano, i Rockfeller restano’
scriveva di loro Walter Cronkite reporter della CBS.
William Rockfeller amava dichiarare:
“Imbroglio i miei figli ogni volta che ne ho l’occasione. Voglio farne dei duri. Io commercio con i ragazzi e li spenno e li picchio anche ogni volta che posso. Voglio farne dei veri duri.’
John D. Rockfeller crebbe all’ombra del padre e ne assunse la brutalità, la scaltrezza, il cinismo e, se necessaria, la violenza. Autentico speculatore, amava infiltrare i suoi uomini all’interno delle aziende rivali. Così facendo poteva spiarne le attività e destabilizzare il mercato con colpi di mano e, se necessario, azioni di disturbo. Tali azioni potevano anche sconfinare nell’omicidio o nella soppressione dei rivali.
Quando la corsa al petrolio assunse aspetti politici la sua compagnia la Standard Oil diventò la portabandiera degli interessi petroliferi statunitensi, appoggiandosi al governo e all’oligarchia.
Ancora sui Rockefeller
Nel 1897, John Rockfeller, come scrive Filippo Gaja:
Usando metodi di guerra commerciale non ortodossa’, unificò le migliaia di piccole compagnie della Pennsylvania fondando la Stardand Oil of New Jersey.
Quest’ultima divenne l’emblema stesso della potenza petrolifera americana.
Il giudice Landis impose una multa di 29 milioni di dollari dell’epoca per i suoi innumerevoli reati finanziari. Ovviamente il potere e l’influenza erano tali che persino il procedimento a carico della Standard Oil risultò effimero e inutile. Anzi: aumentò maggiormente il potere intimidatorio e quello economico del noto magnate.
L’unione con Morgan portò ad un’alleanza che – nell’arco di pochi anni – si sarebbe
consolidata all’interno del sistema direttivo della Federal Reserve. Questa alleanza costituì un’oligarchia plutocratica della quale, malgrado gli innumerevoli studi in merito
sempre poco si conosce, specialmente in Italia.
L’ebreo – scriveva più di ottant’anni or sono il noto magnate dell’industria automobilistica
statunitense Henry Ford – è un enigma mondiale.