È stato studiato un antico teschio, rinvenuto in Cina circa 90 anni fa, ma attenzionato solo negli ultimi tempi, che testimonia la presenza di una nuova probabile specie umana, “Uomo drago”.
I riceratori cinesi, dopo aver condotto i consueti studi, hanno confermato le origini ancestrali del teschio e hanno anche cercato di capire a quale specie potesse appartenere. I risultati sono stati strabilianti: il teschio sembra avere delle connessioni con la specie umana.
Quale specie.
L’antico teschio studiato presenta apparentemente i tratti di un comunissimo cranio umano dal cervello grande e le arcate sopracciliari ben marcate. Dopo attente analisi, il teschio è stato ascritto alla specie “Homo longi”, appunto “Uomo drago”, in riferimento al Fiume del drago nero, luogo in cui è stato rinvenuto.
Il reperto è stato scoperto casualmente nel 1933 da un bracciante che operava in un cantiere allestito ad Harbin, a nord della Cina. Dopo aver compreso l’importanza scientifica, il manovale lo nascose in un pozzo e ivi rimase per decenni. In punto di morte, l’operaio ha raccontato tutto ai familiari, indicando anche l’esatto luogo in cui si trovava l’antico teschio.
Successivamente, il teschio è stato donato all’Università di Shijiazhuang. I ricerctori, incuriositi dal reperto, hanno subito condotto gli studi per capirne la provenienza.
Attinenze con altre specie.
Dalle ultime ricerche si è evinto che la specie “Homo longi” avesse delle leggere somiglianze con l’“Homo sapiens”, con qualche leggera differenza sottolineata da un aumento del volume cerebrale del 7%.
Ulteriori analisi hanno, infine, evidenziato un il periodo di sviluppo di questa ignota specie, risalente a 146 mila anni fa, tempo che coincide con la formazione di altre specie quali l’“Homo erectus”, l’“Homoe naledi” originario del Sudafrica, l’“Homo luzonensis”, Filippine e l’“Homo floresiensis”, localizzato in Indonesia.
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