A cosa pensiamo, quando sentiamo parlare della letteratura inglese?
La maggior parte di noi ha una visione non sbagliata, ma incompleta, di essa, poiché limitata esclusivamente agli scritti prodotti all’interno della sola Inghilterra.
La letteratura inglese, invece, comprende tutto ciò che è stato prodotto e pubblicato in lingua inglese; non solo, quindi, in Inghilterra, ma anche in tutta la Gran Bretagna, negli Stati Uniti e nelle ex colonie britanniche.
Un altro grave errore è quello di considerare letteratura solo ciò che viene antecedentemente la prima metà del ‘900, come se questa fosse qualcosa di superato e insuperabile; la letteratura è, secondo la definizione del Treccani, “l’insieme delle opere affidate alla scrittura, che si propongano fini estetici, o, pur non proponendoseli, li raggiungano comunque”. La parola stessa, quindi, non pone nessun limite temporale.
Inoltre, questa definizione fa cadere l’ultima convinzione errata che la società odierna ha della letteratura: che questa sia per pochi.
Tutto il contrario; ognuno può fare letteratura, anche involontariamente. Qualsiasi cosa si scriva ha un pizzico di poesia e di arte al proprio interno e può essere fonte di conoscenza e imitazione per qualcun altro.
Noi ci occuperemo maggiormente delle opere più famose, che ci saranno d’aiuto per farci capire il contesto storico che stiamo affrontando; ma non mancheranno i riferimenti a poesie o romanzi minoritari che, seppur abbiano avuto meno fortuna, fungono comunque da quadro perfetto della vita del tempo.
Di alcuni libri, prenderemo in analisi i rispettivi prequel o sequel non autografi, frutto di studio e immedesimazione di scrittori che spesso hanno vissuto un’età diversa, ma che ritrovano comunque delle analogie con le paure e i conflitti interiori dell’epoca alla quale apparteneva l’autore del romanzo “di partenza”.
L’obiettivo principale di questa rubrica, oltre a quello, ovviamente, di insegnarvi qualcosa, è quello di far nascere in voi un amore per la letteratura, che vi spinga ad avere sete di conoscenza, cosicché sarete voi stessi a sentire il bisogno di informarvi e (perché no?) elaborare un vostro pensiero su determinati libri o film.
Come? Principalmente, mediante articoli che illustrino i punti chiave dei movimenti letterari inglesi, ma anche attraverso interviste fittizie agli autori, dialoghi fittizi trai personaggi, short stories che fotografino piccoli attimi di vita quotidiana di ogni strato sociale e recensioni di libri che hanno fatto la storia.
Complimenti Giulia! Davvero interessante la tua iniziativa! Sono sicuro che la tua rubrica dedicata alla letteratura inglese sarà molto interessante e ciò che hai detto sulla sete di conoscenza e l’elaborazione di un pensiero individuale mi fa venire in mente la bellissima metafora del filosofo Nietzsche del “ruminare sopra i pensieri degli altri con l’obiettivo di essere in grado di “pensare in proprio”.