Troppo spesso ci dimentichiamo che i vaccini sono una tecnologia di alto valore che salva migliaia di persone ogni giorno da numerose malattie, non solo dal Covid”. Le parole del prof.Walter Ricciardi – presidente del Mission Board for Cancer – sintetizzano uno dei temi principali affrontati oggi a Roma nel corso della presentazione dello studio “Value based Vaccination Project: evidenze e raccomandazioni per un processo decisionale basato sul valore”, parte del progetto VIHTALI (Value In Health Technology and Academy for Leadership & Innovation).
“L’Europa sta giocando un ruolo fondamentale sulla vaccinazione – ha continuato Ricciardi – in Italia abbiamo avuto la fortuna di avere in questi anni un ministro come Speranza, che non ha mai derogato dall’evidenza scientifica, a differenza di altri”.
Sulla vaccinazione come elemento di valore che va oltre i benefici individuali, è intervenuto il prof. Gianni Rezza, Direttore Generale Prevenzione del Ministero della Salute. “Se andassimo a calcolare il guadagno in termini di risparmio in farmaci e ospedalizzazione, tutti si renderebbero conto che i vaccini sono un valore immenso” ha detto. “Bisogna tenere alte e sotto controllo le coperture vaccinali – ha proseguito Rezza – dai primi anni di vita (ad esempio su polio, difterite, morbillo ecc.) fino all’età adulta (papillomavirus e epatite B). In questo senso i vaccini acquistano estremo valore per i cittadini e le comunità”, ha concluso.
La vaccinazione rappresenta una delle più importanti conquiste della scienza. Tuttavia – si sottolinea nello studio – nonostante il valore e i benefici reali e tangibili siano riconosciuti a livello globale, in molti Paesi europei si continua a registrare un calo delle coperture, sia in età pediatrica sia in età adulta, con importanti ricadute a livello sanitario, sociale ed economico.
Le autrici del paper sono due ricercatrici, Giovanna Elisa Calabrò dell’Università Cattolica del “Sacro Cuore” di Roma e Chiara De Waure, dell’Università di Perugia. ““Un’assistenza sanitaria basata sul valore – scrivono le autrici, in accordo con l’Expert Panel on Effective ways of investing in health (EXPH) istituito dalla Commissione Europea“ – si fonda su quattro pilastri: un’assistenza adeguata a raggiungere gli obiettivi personali dei pazienti (valore personale), il conseguimento di migliori risultati possibili con le risorse disponibili (valore tecnico), un’equa distribuzione delle risorse tra tutti i gruppi di pazienti (valore allocativo) e il contributo dell’assistenza sanitaria alla partecipazione e alla coesione sociale (valore sociale). Queste quattro dimensioni del “valore” assicurano i pilastri fondamentali dei sistemi sanitari basati sulla solidarietà”.
La risposta della politica a queste istanze arriva sia dalle regioni, in prima linea nelle ondate pandemiche, che dal Parlamento.
“Mai come in questo momento – ha detto Alessio D’Amato, assessore alla Sanità del Lazio – emergono in tutta la loro importanza la vaccinazione e l’importanza della ricerca farmacologica sui vaccini. In questa fase dobbiamo correre ancor più velocemente: il Lazio è una delle prime aree europee per copertura vaccinale”
Interviene Angela Ianaro, deputata M5S e membro della Commissione Affari Sociali: “Sono convinta – ha sostenuto – che, grazie al consolidamento del rapporto di fiducia tra società, mondo scientifico e politica, è già possibile un processo decisionale virtuoso che continuerà anche oltre l’attuale pandemia”.
Dal Veneto, Luciano Flor, direttore generale della Sanità regionale, sottolinea: “La vaccinazione è lo strumento più potente che abbiamo e dobbiamo essere capaci di far passare correttamente le informazioni che ruotano attorno a questi strumenti di prevenzione, in modo da farne comprendere i reali risultati e l’immenso valore”.
“Quando si parla di vaccinazione la parola chiave è fiducia – ha detto Paolo Siani, deputato Pd e medico – Le persone, oggi più di ieri, vogliono essere informate, coinvolte, non vogliono subire decisioni prese da altri, anche se si tratta della propria salute. Pertanto bisogna lavorare sui dubbi o sui rifiuti, senza imporre la propria idea, ma fornendo tutti gli strumenti per capire che scelta compiere”.
Le conclusioni dello studio sono dirette al mondo accademico e della ricerca, ai decisori politici, ai cittadini/pazienti. “È necessario – questa la tesi di fondo – che gli operatori sanitari, l’intera Comunità Scientifica, le Istituzioni, i Cittadini, l’Industria si impegnino in collaborazioni che favoriscano il corretto utilizzo dei vaccini e funzionali alla salvaguardia dell’indiscusso valore sociale delle vaccinazioni. Un patrimonio di tutti i cittadini, indipendentemente dallo stato sociale e dal luogo di residenza”.