L’arazzo antico, così come lo conosciamo noi oggi, è comparso nel XIV secolo. Non si sa nulla di epoche molto antiche perché il materiale di cui è fatto è facilmente deteriorabile e non dura molto nel tempo.
Il nome deriva dalla città francese di Arras, dove già si tesseva alla fine del medioevo.
Per realizzarne uno delle dimensioni monumentali che siamo abituati a vedere, occorrono anni ed è frutto del lavoro di più persone. Anche i telai sui quali si lavora hanno le stesse misure del manufatto.
Nel Rinascimento ha avuto una grande fortuna in Francia e nelle Fiandre, mentre in Italia furoreggiava l’affresco. Questo era dovuto ad una semplice questione di clima, in Francia e nelle Fiandre più freddo e in Italia più mite. Quindi i nobili nordeuropei mettevano questi panni sulle pareti dei loro castelli o palazzi, oltre che per adornare, anche per scaldare l’ambiente; mentre in Italia si manteneva il fresco dato dal muro, abbellito dal colore del dipinto.
Comunque anche in Italia si commissionavano arazzi, anche se in quantità minore rispetto al nord Europa. Ma il più delle volte solo i cartoni (disegno su carta in scala reale) erano di pittori italiani. Poi venivano tessuti in manifatture fiamminghe o francesi. E fino alla metà del secolo XVI gli arazzieri avevano molta libertà nell’interpretazione dei disegni preparatori. Quindi, fino a quell’epoca, l’influenza italiana in questa forma artistica si fa sentire poco.
I temi degli arazzi di quel tempo e di cui ci è pervenuta traccia, sono avvenimenti storici, scene di vita in campagna, di vita cortigiana, o verdure. Verso la fine del periodo il gusto fiammingo viene avanti in maniera più decisa di quello francese e compaiono anche scene di vita popolare e agreste. La composizione è di tipo verticale e le figure sono molte e formano degli assembramenti.
All’inizio del 1500 il Vaticano commissiona alle arazzierie fiamminghe il ciclo degli arazzi degli “Atti degli Apostoli” su cartoni di Raffaello.
E qui comincia a emergere lo stile italiano: l’orizzonte si abbassa, lo sfondo acquista importanza e scompare l’assembramento delle figure assiepate.
Nel contempo, le manifatture fiamminghe decadono e nel 1600 fino a tutto il 1700 il primato spetta ormai alle produzioni francesi. E in Francia lo stile ed il gusto italiano prevalgono.
Inoltre in questo periodo, la pittura e l’arazzo cominciano a rivaleggiare ed è la prima ad avere il sopravvento. Cosicché l’arazzo diventa sempre più un’imitazione della pittura, fino ad arrivare, nel 1800, a copiare solo dipinti.
Fabrizia Frau, diplomata in Arte del Tessuto a Roma, propone una rubrica dedicata a questa complessa e affascinante arte. Socia e collaboratrice per i laboratori di arazzi di www.yesartitaly.it per il progetto “ExGarage” (https://yesartitaly.it/exgarage/).
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