Un terribile incendio devastò la città di Roma nel 64 d.C., l’imperatore Nerone accusò come responsabili dell’accaduto un gruppo di Cristiani. Essi furono perseguitati all’interno del circo privato dell’imperatore che si trovava proprio nell’ager Vaticanus. Fra quei Cristiani c’era il principe degli apostoli San Pietro che fu sepolto proprio nei pressi del circo. La sua tomba divenne meta di pellegrinaggio fin dai primi anni successivi alla sua scomparsa. Inizialmente si trattava di una semplice sepoltura che venne successivamente protetta con la costruzione di una edicola all’interno di un recinto in muratura. Si tratta del cosiddetto “trofeo di Gaio”; un erudito dell’epoca appellò difatti la tomba dell’apostolo “trofeo” in quanto simbolo della vittoria della fede cristiana sulle persecuzioni e sulla morte.
Intorno agli anni 20 del IV secolo l’imperatore Costantino, che nel 313 concesse con l’Editto di Milano la libertà di culto ai Cristiani, decise di far erigere sopra la tomba di Pietro un’enorme basilica.
La basilica costantiniana sopravvisse per dodici secoli fino alla sua demolizione voluta da papa Giulio II Della Rovere, il quale diede incarico all’architetto Donato Bramate di distruggere la vecchia San Pietro al fine di costruire la nuova basilica, che si manifesta oggi in tutto il suo splendore.
La costruzione della nuova basilica iniziò nel 1506 e terminò nel 1626. Numerosissimi architetti contribuirono con i loro progetti alla realizzazione dell’immensa fabbrica di San Pietro, in particolare Michelangelo Buonarroti autore della meravigliosa cupola. Protagonista indiscusso del XVII secolo fu invece Gian Lorenzo Bernini al quale viene commissionata non solo la decorazione della basilica ma anche la realizzazione del maestoso baldacchino e successivamente la sistemazione della piazza antistante.
Ciò che colpisce il visitatore è sicuramente l’immensità di questa costruzione che conserva importantissime opere d’arte: i vari monumenti funebri, tra cui quello del papa Alessandro VII Chigi opera del Bernini e soprattutto la dolcissima Pietà di Michelangelo, opera giovanile dell’artista ed unica firmata.