La chiesa di Santa Maria in Aracoeli svetta sulla sommità del colle Capitolino, a due passi da piazza Venezia. È preceduta da una scalinata a dir poco vertiginosa inaugurata da Cola di Rienzo nel 1348. La chiesa deve il suo nome ad una leggenda secondo la quale all’imperatore Ottaviano Augusto comparì in sogno, proprio in quel luogo, la vergine Maria su un’ara. In realtà la chiesa sorge su un luogo di culto dedicato ad Iside, dove l’imperatore Domiziano, travestitosi da sacerdote isiaco, si rifugiò durante l’assedio del Colle Capitolino da parte di Vitellio.
La chiesa primitiva, orientata come l’attuale transetto, fu ricostruita nel 1291 dai monaci francescani e portata a termine solo nel 1348. Ciò che colpisce dell’immensa facciata è l’oculo centrale che ospitò il primo orologio della città costruito nel 1412.
L’interno a tre navate, divise da colonne antiche di marmi diversi, è caratterizzato da un meraviglioso soffitto ligneo a cassettoni realizzato nel XVI secolo. Tra le cappelle che si aprono sulla navata laterale, degna di nota è la cappella Bufalini decorata da Bernardino di Betto detto Il Pinturicchio nel 1486. L’artista umbro, precedentemente impegnato nella decorazione della cappella Sistina, realizza qui le storie di San Bernardino.
Accanto all’area presbiterale, si erge un tempietto dedicato a Sant’Elena che sormonta un altare decorato con bassi rilievi raffiguranti l’imperatore Augusto che si inginocchia all’apparizione della Vergine databile al XII secolo.
Infine, particolare attenzione va rivolta alla scultura lignea che ha reso famosa la chiesa nel corso degli anni. Si tratta del Santo Bambino, ovvero una scultura del Bambino Gesù realizzata come ex voto nel XV secolo. Secondo la tradizione era in grado di compiere miracoli e per questo era oggetto di venerazione da parte di numerosi fedeli. La statua fu trafugata nel 1994 e sostituita da una copia.