Marco Sittico Altemps acquistò nel 1568 il prestigioso palazzo, che divenne sede della famiglia nei secoli seguenti. L’edificio, ora trasformato in museo, ospita attualmente importanti collezioni di antichità e una significativa raccolta di opere egizie. Nelle sale ancora in parte affrescate è possibile ammirare sculture greche e romane appartenute nei secoli XVI e XVII a varie famiglie della nobiltà romana.
Il nucleo più consistente è costituito dalla collezione Boncompagni Ludovisi, un tempo esposta nell’omonima splendida villa, demolita assieme al parco per la costruzione di Via Veneto.
Il palazzo ha una storia molto complessa, sorge in un’area dove in epoca romana si trovavano officine per la lavorazione del marmo. Nel medioevo qui era il confine tra il domino degli Orsini e quello dei Colonna.
Le case medievali che sorgevano nella zona verranno accorpate e trasformate in un unico edificio nel Quattrocento, che vedrà padrone di casa Girolamo Riario. Passerà poi ad ospitare vari cardinali e infine vedrà tra le sue stanze prender dimora gli Altemps fino alla fine dell’Ottocento, quando diviene proprietà della Santa Sede e trasformato nel Pontificio Collegio Seminario Spagnolo.
A partire dal 1981, grazie ad una legge speciale, si decide l’ampliamento del Museo Nazionale Romano, di cui, dopo lunghissimi e costosi anni di restauro, Palazzo Altemps diverrà la perla più prestigiosa.
Assai curiosa è la storia romana degli Altemps. Ci risulta un po’ difficile immaginare un cardinale con figli, ma siamo nel Cinquecento e questo a Roma era ancora possibile.
Marco Sittico, imparentato per via materna con papa Pio IV, avendo una posizione privilegiata, riusciva a far chiudere un occhio sulle sue vicende private.
Tanto capace e intraprendente fu il nostro cardinale, che riuscì a far riconoscere il figlio Roberto come suo erede, creandogli addirittura un feudo.
Il rampollo ricevette infatti l’altisonante titolo di Duca di Gallese e sposò giovanissimo Cornelia Orsini, imparentandosi così con una delle più antiche famiglie romane.
Tutto sembrava andare a gonfie vele, ma cambia il papa e cambia il vento e Sisto V, che già non vedeva di buon occhio questo cardinale gaudente, ancor meno sopportava la sua originale figliolanza.
Il buon Roberto farà infatti una bruttissima fine, sentendosi come tanti nobili rampolli dell’epoca al di sopra delle leggi, si comportava di conseguenza e finirà decapitato con l’accusa di adulterio.
Nascerà così un po’ sottovoce la diceria che il palazzo in fondo un po’ di sfiga la portasse.
I Riario, per cui era stato costruito nel 1477, lo avevano abbandonato, gli Altemps avevano sopportato un grave lutto e, secoli dopo, anche l’ultima erede della famiglia, Maria Harduin, figlia di un aitante sottotenente francese, che aveva sposato Lucrezia Altemps, ereditando il titolo e gli averi, stringendo in questo palazzo un contrastato e chiacchierato matrimonio con Gabriele D’annunzio, ebbe per lo più dalla vita solo dolore e tradimenti.