Via Margutta ha un nome di origine controversa, c’è chi pensa che venga dal latino “Maris gutta”, goccia di mare, anche se immaginare il mare a Roma è un po’ difficile e più prosaicamente pare sia da riferire allo sgocciolio di un fiumiciattolo. Altri invece tirano in ballo un simpatico oste di origine francese, Margutte, che vivacizzava la vita della strada in epoca rinascimentale.
Sia come sia, Via Margutta resta una delle più affascinanti di Roma, anche se nel corso degli anni si è andata sempre più ad affievolire la sua carica vitale, fatta di artisti vivaci e splendide modelle.
Gli ultimi guizzi furono quelli che negli anni ’50 vennero immortalati nel film “Vacanze Romane”, dove un affascinante Gregory Peck abitava proprio in una casa della zona.
L’origine della strada è piuttosto modesta, le prime case costruite a ridosso di piazza del Popolo, andarono a formare un piccolo borgo, soprannominato in modo poco gentile “Borghetto de li pidocchi”.
La via man mano si svilupperà come retro dei ben più eleganti palazzi di Via del Babbuino, di cui ospitava scuderie e magazzini. Sul lato verso il Pincio si cominciarono a creare, casupole di stallieri, muratori, cocchieri e popolo minuto. Assieme a questi pian piano si andò ad insediare una colonia di artisti, per lo più stranieri e squattrinati.
Fu Monsignor de Merode che nell’Ottocento, subodorando l’affare, trasformò questa sorta di Corte dei Miracoli in una strada “seria” con tanto di sistema fognario !
La vocazione artistica restò invariata, ma gli studi da poco più che stalle diventarono camerate dalle ampie finestre e alla comunità iniziarono ad aggiungersi artisti statunitensi e addirittura donne !!!
Al centro della via il ricordo di questa variegata e variopinta comunità è fissato nella pietra di una graziosa fontana, la Fontana delle Arti, che mostra gli attrezzi del mestiere di pittori e scultori.
La gentrification, che da decenni muta il volto del Centro di Roma, non ha tralasciato questa parte della città, da tempo ormai i pittori hanno smesso di abitare qui. Restano alcune gallerie d’arte, qualche antiquario e qualche artigiano corniciaio. Quasi un miracolo pare la bottega dell’originale marmista, che, riscaldata d’inverno da un vero camino, offre al passante argute lapidi da appendere per casa. Le semplici osterie per artisti squattrinati sono sostituite da locali eleganti e i fantasmi dal cappello nero e dalla sciarpa rossa si intravedono forse solo nel cuore della notte.
Eppure Via Margutta continua ad essere una delle più belle strade di Roma e quasi sempre è una vera oasi di pace e rifugio dal frastuono del Corso. Pace che periodicamente viene infranta dagli artisti che ne riprendono il possesso con la manifestazione del Cento Pittori, ed allora è tutto uno sciamare di curiosi tra tele dei più vari stili e correnti artistiche.
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